A spasso con Bob, la vera favola di James Bowen
Il 9 novembre, distribuito da Notorious Pictures, uscirà nelle sale A spasso con Bob, il film, tratto dall’omonimo bestseller di James Bowen, che ha già conquistato il panorama editoriale e promette di trasmettere emozioni ancora più intense sul grande schermo.
Il regista Roger Spottiswoode racconta la vera storia di Bowen, ex tossico uscito dalla dipendenza grazie al supporto di un amico speciale: il suo gatto Bob. Protagonisti della pellicola sono Luke Treadaway e Ruta Gedmintas.
Sinossi.
Il protagonista James Bowen (Luke Treadaway) è un tossicodipendente in perenna lotta contro sé stesso. Il suo incredibile talento nella musica lo accompagna in lunghe giornate trascorse a suonare agli angoli delle strade, durante le quali sembra che solo il canto e la melodia possano dargli la forza di resistere alle tentazioni autodistruttive. Ma, come capita spesso, un incontro cambia il corso della sua vita. Un gatto rosso appare davanti la sua porta di casa, resta al suo fianco per giorni fino a diventare il soggetto principale delle attenzioni di James.
Un’amicizia particolare.
La trama, apparentemente banale, si trasforma in un’intricata storia di odio-amore nei confronti delle due versioni di sé stessi, quella buona e quella difettosa. Peccato che il potenziale del film sia stato minato dall’interpretazione di Ruta Gedmintas, nei panni dell’unica amica di James. Il personaggio di Belle è tormentato e solare allo stesso tempo, ha una storia triste alle spalle e cerca in tutti i modi di abituarsi ad una nuova vita, fino all’incontro con James che la porterà inevitabilmente a scontrarsi con i fantasmi del passato. In lei si dovrebbe riuscire a vedere la cicatrice di un’antica ferita, la finta esuberanza di chi nasconde un grande dolore, ma la bella attrice di Canterbury semplicemente non è riuscita a trasmettere grandi emozioni.
Lo stesso non si può dire per Luke Treadaway, artista dei sentimenti, che lascia trasparire la fatica dell’evoluzione del suo personaggio da ogni gesto e ogni espressione del viso. La sua interpretazione e la regia dinamica di Spottiswoode sono gli elementi che fanno di A Spasso con Bob un buon film, che arriva al cuore della gente.
Il regista gioca con i tagli e i cambi di prospettiva, dando l’idea di riuscire ad inquadrare ogni cosa intorno a James, tanto l’ambiente quanto le sensazioni che il vuoto attorno a lui riesce a trasmettere. Particolarmente interessanti sono le brevi scene in cui si può guardare la realtà di James dal punto di vista del protagonista a quattro zampe, a cui viene dato il nome Bob. Il diverso punto di vista ci fa comprendere ancora più facilmente la sofferenza e la dolcezza del ragazzo, la cui bontà d’animo è riuscita miracolosamente a sopravvivere nonostante le torture inflitte al corpo.
Roger Spottiswoode è riuscito a rendere onore alla storia autobiografica di Bowen, realizzando con semplici mosse un perfetto scenario di solitudine in cui è facile perdersi, ma soprattutto è riuscito a descrivere il meccanismo naturale della salvezza grazie all’altruismo. Nel film come nella vita, James Bowen trova la sua via di fuga dalla morte aiutando un gatto a vivere, a sopravvivere ad una ferita, alla povertà, alla fame. A spasso con Bob racconta un’amicizia che nasce da qualcosa di più profondo: la totale devozione.
Il cineasta porta al cinema una “favola vera”, non solo perché ripercorre le fasi di evoluzione del personaggio reale, ma perché racconta la verità su uno dei meccanismi più contraddittori della natura umana: l’essere spesso incapaci di aiutare noi stessi se non percorrendo la strada più lunga, aiutare il prossimo. In qualche punto A spasso con Bob richiede più immaginazione di quella che una storia realistica dovrebbe richiedere, nonostante questo ne viene fuori un mix di forti emozioni che ne fanno un buon film, di sicuro uno di quelli che vale la pena di vedere.
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