Allarme in Egitto. L’Isis rivendica la bomba al consolato italiano
L‘Isis ha rivendicato l’attentato con un’autobomba contro il consolato italiano su El Galaa Street, nel cuore della capitale dell’Egitto, Il Cairo. “Attraverso la benedizione di Allah, i soldati dell’Isis sono stati in grado di detonare un’autobomba parcheggiata con 450 chili di esplosivo presso la sede del consolato italiano nel centro del Cairo”, ha scritto il gruppo jihadista sul suo account Twitter. “Raccomandiamo che i musulmani si tengano alla larga da questi covi che sono obiettivi legittimi per gli attacchi dei mujaheddin“, si legge nella rivendicazione.
L’attentato avviene dopo una lunga scia di sangue che in questi ultimi mesi ha colpito l’Egitto. Tanto che il Paese era fra quelli “sconsigliati” da visitare in questo momento. Poco più di 10 giorni fa infatti, il 29 giugno, il procuratore generale Hisham Barakat viaggiava su un convoglio colpito poi da una autobomba che lo ha ucciso. L’attentato allora era stato rivendicato dalla cellula terroristica al Moqawma al Shabia.
Oggi le foto dell’edificio consolare italiano mostrano l’ingresso del consolato, un palazzo color rosso pompeiano con due alte colonne bianche all’ingresso, accanto alla parte colpita. L’edificio appare gravemente danneggiato e dall’Italia il ministro degli Affari Esteri Gentiloni parla specificatamente di “attacco diretto all’Italia” e aggiunge: “Non c’è nessun dubbio che si sia trattato di un tentativo di intimidazione, un attacco alla presenza internazionale, ma anche un attacco all’Italia, Paese impegnato in prima linea nel contrasto al terrorismo”.
Dal canto suo il ministro degli Esteri egiziano Sameh Shoukry ha chiamato Paolo Gentiloni per “condannare l’attacco terroristico avvenuto davanti al Consolato italiano” a Il Cairo. “L’Egitto farà ogni sforzo con tutti i Paesi del mondo, inclusa l’Italia, per sradicare ed eliminare il terrorismo“, ha aggiunto ancora Shoukry, secondo quanto riportato dall’agenzia Mena.
Gli 007 Italiani parlano di atto dimostrativo e l’Aise (Agenzia Informazioni e Sicurezza Esterna) sta lavorando, in collaborazione con gli 007 egiziani, per capire la matrice dell’esplosione e le prime indicazioni, a quanto si apprende da fonti qualificate, più che all’Isis, farebbero pensare all’attivazione di uno dei gruppi egiziani che si oppongono al Presidente della Repubblica Al Sisi. L’obiettivo dell’attentato era senza dubbio il consolato italiano. La modalità non stragista, osservano le fonti, potrebbe indicare un atto dimostrativo, un “avvertimento” all’Italia, in quanto alleata di Al Sisi.
C’è da considerare che un simile intensificazione degli attacchi terroristici può soltanto portare a rafforzare ulteriormente la lotta contro il terrorismo e che i gruppi estremisti non impediranno allo stato egiziano di ottenere la trasformazione democratica tanto desiderata.
Certamente ora più che mai è importante la cooperazione tra Egitto e Italia e che le rispettive agenzie di sicurezza lottino insieme contro i terroristi che tentano tutti i giorni di violare il diritto alla vita dei propri cittadini.
Il Premier egiziano ha dichiarato: “Siamo in stato di guerra. C’è bisogno di essere uniti, vigili, di fronte al terrorismo che minaccia il mondo intero”. Lo ha affermato il premier egiziano, Ibrahim Mahlab. “L’attentato odierno rivela la bassezza del terrorismo che vuole impedire al popolo egiziano il cammino verso la costruzione”, ha aggiunto sottolineando i “rapporti storici e strategici con l’Italia”.
L’Italia e l’Egitto si trovano ad affrontare la feroce guerra di terrore e sarà anche la cooperazione con tutti gli Stati vicini a permettere il ritorno alla prosperità della regione, e la nuova propulsione del turismo in Egitto oltre che la rinnovata determinazione alla lotta contro Daesh (lo Stato Islamico, ndr).
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