Altro che lesbiche. Sono le suore a non poter insegnare

Sembra incredibile, invece è accaduto davvero. In una scuola cattolica di Trento viene allontanata un’insegnante in quanto lesbica. Contro qualsiasi diritto umano e internazionale si allontana dal proprio posto di lavoro una persona 0307_48per orientamento sessuale.

Oltretutto, così facendo si perde anche la possibilità formativa di poter capire come affrontare l’esclusione LGBT (Lesbiche, Gay, Bisex e Trans) in una scuola, visto che lo si voglia o no, in quella scuola di lesbiche e gay ce ne sono. E sicuramente adesso la scuola non sarà percepita come “luogo sicuro” per una lesbica o un gay dato il grave accaduto.

Ma la domanda è un’altra. Come si può permettere che l’educazione sia trasmessa da delle suore. Come possono essere d’esempio delle persone che incarnano il germe del sessismo in ogni aspetto della loro vita? Cosa può venire fuori dalla formazione di tali donne?

La risposte è evidente, basta vedere il forte grado di sessismo, in qualsiasi aspetto, della società italiana. Una suora si pone un velo in testa e su tutto il corpo, a differenza del suo collega “prete”, e decide quindi di sacrificare il proprio corpo. E’ la donna quella che deve coprirsi, dalla testa ai piedi. La suora accetta di vivere in un mondo, quello cattolico, con diritti ridottissimi rispetto ai propri colleghi uomini. Accetta che non è degna di celebrare messa. Accetta che deve essere solo “assistente”. Accetta che il proprio capo religioso venga eletto da soli uomini e che sia solo uomo.

La suora ripudia tutta la possibilità di emancipazione della donna e si asserve al maschilismo cattolico. E la suora dovrebbe poter insegnare e essere d’esempio?

Francesco Angeli

Originario di Campobasso, vive attualmente a Roma. Politologo, specializzato in Unione Europea, è cronista di Wild Italy sin dalla sua fondazione e da ottobre 2014 passa alla sezione blogger. Presidente Arcigay Roma. BLOGGER DI WILD ITALY

2 pensieri riguardo “Altro che lesbiche. Sono le suore a non poter insegnare

  • 25 Luglio 2014 in 2:11 pm
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    Ottimo articolo! Condivido al 100%

  • 25 Luglio 2014 in 5:24 pm
    Permalink

    Non dimentichiamo che non si tratta di una scuola pubblica, ma di una realtà in cui si mandano i figli per dare un preciso orientamento, certamente non “di genere”.
    Non si può solo pensare di cercare uno stipendio a tuttii costi, bisogna pesare prima l’impostazione etica dell’ambiente in cui si dovrà operare.

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