Avengers: Endgame, nella fine è il principio

Il blockbuster più atteso dell’anno arriva in sala avvolto nel mistero. Avengers: Endgame conclude il Marvel Cinematic Universe per come lo conosciamo

 

Avengers EndgameÈ passato esattamente un anno da quando abbiamo dato l’addio (o l’arrivederci?) a un corposo elenco di eroici caduti, polverizzati dallo schiocco letale delle dita guantate di Thanos in Avengers: Infinity War. Molte congetture, teorie e ansia da segretezza dopo, ci siamo. Con Avengers: Endgame la resa dei conti finale si scrolla di dosso ipotesi e incertezze per farsi definitiva. Un finale di partita lungo e strutturato che si fa corposa narrazione e palpitante emozione, fornendo le agognate risposte ma anche avviando alla conclusione della cosiddetta Fase Tre del Marvel Cinematic Universe, di cui Endgame è il 22° titolo.

Sinossi

Della trama diremo giusto l’essenziale. I sopravvissuti allo schiocco di Thanos devono ricomporre i pezzi delle proprie vite distrutte e affrontare lo straziante dolore della perdita. Non sembra purtroppo esserci un’immediata soluzione a quanto accaduto, nonostante la comparsa di una nuova potente alleata quale è Captain Marvel. Almeno fino a quando Ant-Man viene casualmente liberato dal regno quantico e cerca di convincere i Vendicatori rimasti a sfruttarlo per viaggiare nel tempo e così prendere le Gemme dell’Infinito nel passato, per riportare in vita le persone scomparse.

Molti alti e pochi bassi

Avengers EndgameDrammatico quanto divertente, intimo quanto epico, Avengers: Endgame vive di opposti in equilibrio nel suo lungo viaggio spazio-temporale verso la conclusione, di un racconto e di un ciclo, che rimarrà nella storia del grande Entertainment. I fratelli Anthony e Joe Russo (per la Marvel già alla regia di Captain America: The Winter Soldier, Captain America: Civil War e Avengers: Infinity War) proseguono sì il discorso iniziato un anno fa, ma soprattutto si prendono la responsabilità di mettere la parola fine al Marvel Cinematic Universe per come lo si conosce e lo si ama da 11 anni a questa parte. Sequel e capitolo finale al tempo stesso, Avengers: Endgame tra teorie e pratiche sui viaggi nel tempo, reunion e addii, spostamenti tra Terra e Spazio e lungo momenti storici differenti, mette tanta carne al fuoco ma riesce a non bruciarla.

Non che in tre ore di durata non ci siano mai momenti bassi e scelte discutibili (lo spunto comico offerto dal nuovo Thor era davvero necessario portarlo così oltre?). Eppure a conti fatti poco importa. Avengers: Endgame è spettacolo puro, inteso come partecipazione emotiva, momenti visivamente esaltanti ed emotivamente commoventi, Sense of wonder che trova il proprio apice nell’epico finale che non darà a tutti i protagonisti il giusto peso e che pure richiede di lasciarsi andare – cuore e mente – e non può non esaltare il bambino interiore in ognuno di noi, amante o non amante che sia del filone supereroistico.

Uniti, sempre

Avengers EndgameEndgame si prende i suoi momenti, senza preoccuparsi di dilatare la narrazione qualche volta a scapito della tensione, sottolineando ancora una volta come sia il viaggio a essere importante e non la destinazione. Un viaggio i cui protagonisti sono tanti e diversi, ma pur sempre uniti da un senso di comunità e appartenenza che ne costituisce la forza e il cuore emotivo.

Ecco allora che scorrono sullo schermo i confronti, le strizzatine d’occhio ai fan, le scenette comiche per alleggerire l’atmosfera da fine dei giochi con uno humour anche da commedia spiccia, poi di nuovo abbandonato per ricaricare a manetta il dramma. Se il film inizia con degli stanchi cocci (o meglio, polvere) da raccogliere, la conclusione è all’insegna di una fisicità che si dà tutta senza risparmiarsi. Così come dell’ineluttabilità, con momenti già da tempo immaginati e che pure nel loro calcolato e telefonato effetto riescono a portarsi a casa l’occhio inumidito dello spettatore affezionato.

Da questo momento in poi non resta che andare avanti, perché il Marvel Cinematic Universe per come ci è noto e ci ha accompagnati per un decennio sarà pure concluso, ma di storie da raccontare ce ne sono ancora tante, forti di un’inclusività che si fa sempre più femminile e multirazziale, e sempre in nome di quell’unità che ha reso grande quella che – piaccia o non piaccia – è la più importante e aggregativa saga cinematografica d’intrattenimento dei tempi recenti.

Avengers: Endgame è al cinema dal 24 aprile con Disney

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Giorgia Lo Iacono

Da sempre cultrice del cinema classico americano per indole familiare e dei cartoni Disney e film per ragazzi anni ’80 e ’90 per eterno spirito fanciullesco, inizio più seriamente a interessarmi all’approfondimento complesso della Settima Arte grazie agli studi universitari, che mi porteranno a conseguire la laurea magistrale in Forme e Tecniche dello Spettacolo. Amante dei viaggi, di Internet, delle “nuvole parlanti” e delle arti – in particolare quelle visuali – dopo aver collaborato con la testata online Cinecorriere, nel 2013 approdo a SeeSound.it, nel 2015 a WildItaly.net e nel 2016 a 361magazine.com, portando contemporaneamente avanti esperienze lavorative nell’ambito della comunicazione. CAPOSERVIZIO CULTURA

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