C’era una volta a Hollywood, quattro chiacchiere con Tarantino, DiCaprio e Margot Robbie
La Hollywood degli anni ’60 e la riscrittura della Storia. C’era una volta a Hollywood è il nuovo film di Quentin Tarantino, che per l’occasione ha chiamato a raccolta Leonardo DiCaprio, Brad Pitt e Margot Robbie. Regista e protagonisti ne hanno parlato in conferenza stampa a Roma
A quattro anni di distanza da The Hateful Eight, Quentin Tarantino torna dietro la macchina da presa per firmare il suo nono film (più o meno) da regista. C’era una volta a Hollywood è ambientato nella Los Angeles del 1969, dove seguiamo le vicende del divo in declino Rick Dalton (DiCaprio), affiancato dal suo stuntman nonché amico Cliff Booth (Pitt). Il tutto mentre Sharon Tate (Margot Robbie) si fa strada nel mondo del cinema e la famiglia Manson elabora i suoi piani omicidi.
Già presentato al Festival di Cannes 2019, C’era una volta a… Hollywood uscirà nelle sale italiane il 18 settembre con Warner Bros. Italia.
DiCaprio, nel film interpreta un attore al tramonto, personaggio a cui dona debolezze, commozione, insicurezze. Un ruolo che è anche una sfida.
Leonardo DiCaprio: «Già la sceneggiatura era brillante e intelligente. Mette in luce la cultura hollywoodiana che cambia, un mondo in cui si cerca di rimanere vivi. Ci siamo chiesti come ritrarre l’anima di un personaggio del genere, che osserviamo in pochi giorni della sua vita. Abbiamo immaginato quali potessero essere i momenti particolari che fossero in grado di mettere in luce la sua natura. È un uomo angosciato da un mondo che va avanti anche senza di lui».
Margot, quella che la vede protagonista all’interno di un cinema è una scena emozionante e malinconica. Che emozioni ha provato girandola?
Margot Robbie: «Il giorno in cui abbiamo girato Quentin mi ha raccontato di quando andò al cinema a vedere un film da lui diretto e chiese di poter entrare gratis, essendo lui il regista. È una storia che mi ha ispirata. Girando C’era una volta a Hollywood mi sono sentita davvero dentro questa realtà, tra musiche, costumi ecc. Ci sono stati così tanti dettagli e specificità che per un’attrice sono un vero regalo. È stata una gioia avvertire la sensazione di trovarmi davvero a Hollywood nel 1969».
Quanto la Hollywood di oggi è diversa da quella di allora?
Quentin Tarantino: «Il cinema oggi è già diverso da quello degli anni ’90. La gente prima si impegnava a realizzare davvero dei set, senza la post produzione. Si creavano nuovi mondi, c’erano intere sequenze che venivano girate dal vivo, cosa che ora le grosse produzioni non fanno. Abbiamo perso molto per quanto riguarda l’artigianalità e la manualità. Il cinema non cambia la storia, ma può esercitare delle influenze».
DiCaprio, quanto è stato divertente finire a recitare dentro film realmente esistenti?
Leonardo DiCaprio: «Un grande privilegio della mia professione è l’entrare in contatto con temi e tempi ormai finiti. Grazie a C’era una volta a Hollywood mi sono ritrovato nel mondo western televisivo degli anni ’50, un mondo che Quentin rispetta e di cui conosce approfonditamente la filmografia. Ci ha portati al suo interno con rispetto e passione».
Vedendo le produzioni hollywoodiani di quegli anni quali sono i vostri pensieri?
Margot Robbie: «In quanto donna, sono felice di svolgere questo mestiere in questo periodo storico. Guardando i film degli anni ’60 e ’70 ci sono comunque molte belle produzioni che mi appassionano».
Quentin Tarantino: «Molti dei film che si vedono in C’era una volta a Hollywood io li ho visti quando sono usciti. Ho voluto sottolineare quanto Sharon Tate fosse divertente e si fosse dedicata anche alla commedia. Ricordo che quando uscì Missione compiuta stop. Bacioni Matt Helm impazzirono tutti per lei. Questo ricordo mi ha portato a scrivere la scena in cui Margot va al cinema per guardare un film da lei girato».
Leonardo DiCaprio: «Mi sono messo a cercare su Google i film usciti nel 1969 e ho potuto notare come questo sia stato un anno di svolta nel cinema e nella cultura americana. Era un periodo in cui i registi avevano più potere».
Tarantino, è ben nota la sua passione per i B-movie e gli Spaghetti Western. Cosa l’affascina di questo cinema?
Quentin Tarantino: «Sì sono un fan dei film di genere e dei B-movie, ho sempre amato il modo in cui gli italiani hanno sviluppato a modo loro i western, i polizieschi, i film di cappa e spada o le commedie sexy. È straordinario il modo in cui gli italiani hanno reinventato questi generi, quest’ultimi possono essere visti con occhi nuovi e viene loro ridata vita. Erano film girati da registi appassionati di cinema, critici prima che cineasti. Mi piace la qualità lirica di questa italianità dove tutto è un po’ sopra le righe».
DiCaprio, a che punto della sua storia professionale pensa di trovarsi? Sente una responsabilità a girare con così tanti grandi registi?
Leonardo DiCaprio: «Sono cresciuto guardando film e non pensavo di poter arrivare a fare quello che facevano i miei eroi. Ho cercato di avvicinarmici con grande sforzo e molto lavoro. Ho sempre amato il cinema fin da giovanissimo. Consiglio ai giovani di guardare tanti film, crearsi i propri eroi, imparare a conoscere questo mondo. La mia responsabilità è quella di cercare di migliorarmi e far diventare realtà una bella sceneggiatura».
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