Che fine hanno fatto Coppi e Bartali?
Andare in Erasmus significa confrontare il tuo paese con quello che ti ospita. E spesso ti accorgi che il confronto regge poco e nulla.
Aprendo uno dei giornali che quotidianamente distribuiscono in metro a Roma leggo di sfuggita un articolo sul bike sharing. Il tema mi evoca diversi ricordi, visto che quando ero a Barcellona in Erasmus, usufruivo continuamente di questo servizio.
Oggi, a distanza di poco più di un anno, il concetto stesso mi sembra già svanito. Ogni giorno prendevo una delle biciclette messe a disposizione dal comune di Barcellona nella piazza dove abitavo, pedalavo per poco più di 5 minuti e depositavo la bicicletta davanti alla mia università. Ogni mattina percorrevo su una pista ciclabile il lungomare di Barcellona. Era piacevole e adesso, dopo aver letto l’articolo, mi accorgo che il bike sharing mi manca profondamente.
Leggo che a Roma ci sono solo 90 (!) biciclette disponibili. In una città che è più di dieci volte estesa di Barcellona, che ne ha 6000, mi sembra assurdo. Parigi ne ha addirittura 20mila. Continuo a leggere: una bicicletta a Roma ha un costo unitario di circa 7200 euro mentre a Parigi costa 2700 euro e a Barcellona 3000. La mia espressione si fa sempre più cupa.
Immagino come sarebbe bello evitare la triste e poco funzionale metro di Roma per darsi alle pedalate. Io ricordo che era davvero entusiasmante passare sotto la Sagrada Familia o percorrere la discesa di Passeig de Gracia. Mi piacerebbe cambiare scenario qui: Colosseo, Fori Imperiali, Circo Massimo. Ma mi accorgo che è davvero impossibile: mancanza di biciclette “pubbliche” e piste ciclabili non lo permetterebbero mai.
E così ti chiedi perché a Roma si viva male. Magari anche un po’ di sport in più farebbe bene…sentirsi ciclisti rallegra anche l’animo! Ma, ahimè, tutto ciò è rimasto a Barcellona…
FRANCESCO ANGELI
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