Dal fido bancario all’Invoice Trading: la finanza per l’impresa arriva dal Fintech
Sace, gruppo finanziario-assicurativo diffuso in 189 paesi, con 700 dipendenti ed oltre 25.000 clienti, ha stretto una collaborazione con la società Workinvoice, startup italiana fintech che ha lanciato da poco una invoice trading platform (una piattaforma di trading online su crediti commerciali).

Una Invoice Trading Platform è una piattaforma che offre agli imprenditori la possibilità di ottenere liquidità attraverso la cessione delle proprie fatture, grazie ad un meccanismo competitivo di asta, all’interno del quale gli investitori possono fare una sorta di stock picking su questa tipologia di asset.
Questo tipo di piattaforme “rappresentano per le imprese un canale di finanza alternativa al sistema creditizio tradizionale, uno strumento, in un certo senso di efficientamento del mercato, permettendone l’accesso a quelle poco o per niente ‘bancabili’ ”, come già scritto un po’ di tempo fa.
In questi giorni, forse anche grazie alla notizia dell’accordo tra Sace e Workinvoice, il dibattito intorno all’Invoice Trading sta divenendo virale, specie sui social network, che da sempre rappresentano il luogo più elettrico e ricettivo per chi voglia dibattere di innovazione tecnologica nonché la piazza virtuale dei seguaci del Fintech.
Proviamo, però, come di consueto a buttar giù qualche semplice considerazione che possa essere d’aiuto a quanti non abbiamo mai sentito parlare di questa opportunità ‘finanziaria’ (l’invoice trading non rappresenta un prodotto finanziario in senso stretto, per cui il termine finanziario è utilizzato in questo articolo nella sua più generica ed estesa accezione), ma che invece sono soliti (nelle loro attività) utilizzare il proprio fido bancario con anticipo fatture e, perché no, il factoring.
Anticipo Fatture, Factoring, Invoice Trading.
Si tratta di tre prodotti solo apparentemente simili, ma nella realtà dei fatti giuridicamente e finanziariamente differenti tra loro. E’ questa, dunque, anche la ragione non solo della diversità di procedure che li rappresenta ed intorno alla quale si stanno svolgendo alcuni dibattiti virtuali ma anche della differente tipologia di soggetti che li rende disponibili al pubblico e quindi della diversa modalità di accesso che si palesa all’impresa cliente.

Partendo dal presupposto che l’Invoice Trading rappresenta un’ottima ed innovativa alternativa ai più tradizionali canali di accesso al credito, specie per le aziende piccole e/o poco ‘bancabili’, è bene evidenziare in maniera semplice alcune differenze che contraddistinguono le tre soluzioni finanziarie.
L’anticipo fatture.
Nel caso di ricorso all’anticipo fatture bancario, l’impresa si tiene in capo il ‘rischio di controparte’. Qualora il cliente a scadenza non dovesse onorare il proprio debito, la banca che ha perfezionato l’anticipo si attiva per richiedere al titolare del fido il rientro delle somme.
A volte accade che in fase di accesso all’anticipo fatture la banca notifichi al debitore, attraverso l’invio di una raccomandata, l’operazione (di anticipo). Questo atto ha tendenzialmente un valore di verifica (per la banca che la esegue) della esistenza del credito a valere sul quale si intende ricevere l’anticipazione.
Il Factoring.
Nel secondo caso (Factoring), il ‘rischio di controparte’ può essere trasferito al Factor (società di factoring o banca) attraverso l’attivazione della cosiddetta clausola pro-soluto, in assenza della quale, invece, il medesimo rischio (factoring pro-solvendo) permane ancora una volta in capo all’impresa.
Nel caso di cessioni di credito con clausola pro-soluto, l’impresa può godere di un vantaggio a livello di bilancio grazie alla trasformazione dei propri crediti in liquidità. Attraverso il ricorso al factoring, inoltre, l’impresa può beneficiare di una serie di servizi amministrativi e di valutazione e monitoraggio della propria clientela che, specie nelle aziende destrutturate può (anche a fronte di costi non esigui) creare valore aggiunto.
Nel factoring la notifica al debitore ceduto ha valore giuridico per il perfezionamento della cessione del credito (art. 1260 e ss c.c.).

Giuridicamente e tecnicamente, quindi, Anticipo fatture e Factoring sono due prodotti finanziari differenti. Il Factoring senza notifica al debitore, invece, può essere ritenuto semplicemente un finanziamento chirografo all’impresa cliente.
Le piattaforme fintech.
E veniamo all’Invoice Trading che non definisco in senso stretto un prodotto finanziario, preferendo, invece, individuare in queste piattaforme un vero e proprio market place virtuale in cui l’impresa può rendere disponibili liberamente per la cessione i propri crediti a potenziali acquirenti: le proprie fatture divengono, quindi, un vero e proprio asset per gli investitori che intendono acquisirli (per esempio per gli investitori istituzionali).
Questa soluzione, peraltro, permette all’impresa di ricorrervi all’occorrenza, alla stregua di una forma finanziaria sussidiaria, in assenza di vincoli contrattuali legati a qualsivoglia ‘ciclicità’ di cessione del credito (il factoring è solitamente un prodotto che funziona su scadenze e debitori ricorrenti e ripetitivi).
La clausola pro-soluto, poi fa in modo che la cessione sia da intendersi ‘a titolo definitivo’.
L’operazione tecnicamente si svolge per il tramite della piattaforma che non è un intermediario finanziario, che non ‘affida’ l’impresa cliente, la quale non risulta utilizzare alcun tipo di linea di credito, migliorando la propria posizione finanziaria a bilancio.
Tra le caratteristiche peculiari un ulteriore indubbio vantaggio competitivo che allo stato attuale pone in posizione privilegiata il ricorso all’Invoice Trading rispetto alle due dirette alternative è senza dubbio la celerità.
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