Deproducers, DNA: un viaggio sonoro per indagare la vita
Deproducers, DNA: il grande ritorno della Musica per conferenze scientifiche
I Deproducers tornano sulla scena con DNA, nuova fatica in studio del “super-gruppo” composto da Vittorio Cosma, Max Casacci, Riccardo Sinigallia e Gianni Maroccolo.
La “musica per conferenze scientifiche” va a indagare, questa volta, la nascita della vita, le cellule e le loro modificazioni, avvalendosi della presenza illustre di Telmo Pievani Ordinario presso il Dipartimento di Biologia dell’Università degli studi di Padova, dove ricopre la prima cattedra italiana di Filosofia delle Scienze Biologiche.
Come al solito i Deproducers sorprendono e incantano, portando in musica uno dei misteri più affascinanti di sempre: la vita e la sua evoluzione.
Deproducers, un viaggio sonoro all’interno delle evoluzione.
Bisogna subito dire che DNA ci appare come un’opera più strumentale di Botanica e con brani di durata maggiore: partendo da sonorità “circolari” che si ripetono, come in una sequenza, si passa a vere e proprie sinfonie, dove la creatività, l’espressione e le mille contaminazioni sonore dei Deproducers vengono alla luce in tutto il loro splendore.
Sembra inutile ripetere quanto genio ci sia dietro a un progetto del genere, l’avevamo già capito tempo fa ai tempi di Planetario e Botanica, ma continuando ad ascoltare DNA è impossibile non perdersi in questo mare di conoscenza diffusa in questa forma così perfetta eppure così anomala, ricercata e d’élite per certi versi, ma comunque traslata in una forma così “diretta” che incuriosisce e affascina anche chi è completamente digiuno di certi argomenti.
DNA ha un sound avvolgente e compatto: che si tratti di composizioni più “minimali” come Caso e Necessità o Cancro, oppure di brani più articolati, come la Suite Cellulare, i Deproducers riescono a emergere da certa stagnazione nel panorama musicale e a dare nuova linfa vitale all’arte e alla creatività sonora e concettuale.
Un disco complesso e meraviglioso.
Dobbiamo fare un breve appunto: DNA non è un disco per tutti (come non lo erano i precedenti, del resto) perché siamo davanti a un percorso sonoro complicato, meraviglioso certo, ma comunque molto complicato che vuole inerpicarsi su temi complessi e sonorità dettagliate al punto tale che potrebbero risultare “antipatiche” per chi non riesce a dedicare il giusto tempo a questa band.
Vorremmo prendere in esempio adesso uno dei brani più lunghi del disco e, forse, quello che riesce a condensare meglio tutta l’arte dei Deproducers in appena 14 minuti: la Suite Cellulare e le sue diverse parti.
Siamo davanti a un brano che per molti versi riesce ad essere un sunto di tutto DNA (e forse dell’intera opera dei Deproducers). Partendo da una sorta di ouverture dal sapore sintetico e futuristico ci si avvia verso un sound dai toni più lirici che cresce fino a un’esplosione di volume e potenza che quasi fa esplodere le casse.
Sul più bello, però, il tono si abbassa ed entra in scena la voce di Riccardo Sinigallia, sorretta da un tappeto sonoro leggero che va a sfumare delicatamente lasciando il posto alla voce narrante di Eugenio Finardi che ci porta verso la chiusura del pezzo, con l’introduzione di un nuovo registro sonoro dai toni quasi bossa nova.
Ecco, possiamo notare una serie di registri stilistici differenti che, quasi, si accumulano all’interno di questo brano definendone la struttura e la sostanza e rendendolo coerente e intrigante.
Quello che potrebbe sembrare un organismo indipendente fatto di sonorità e parole è invece un composto omogeneo che va a costruire una suite incredibilmente bella, ricca di fascino e di grandi idee.
Un composto omogeneo di esperienze sonore e scienza.
Questo è DNA e questi sono i Deproducers: un composto omogeneo e ben congegnato di sonorità ed esperienze sonore anche molto differenti, che sono state in grado di amalgamarsi tra loro per dare vita a un qualcosa di completamente inedito e straordinariamente intrigante, la musica per conferenze scientifiche, appunto e l’estrema creatività di un gruppo di artisti che hanno saputo inventare un qualcosa di innovativo e di unico nel suo genere.
Per chi già conosce la band sicuramente DNA non può mancare tra gli ascolti. Per tutti gli altri, correte ad ascoltarlo perché ne vale assolutamente la pena.
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