Doppi incarichi: la Corte costituzionale sancisce l’incompatibilità
Lo scorso martedì è nato il “Comitato per le verifiche delle incompatibilità”, organo approvato con l’astensione di Pdl e Lega e guidato da Pino Pisicchio. La proposta nasce dall’intenzione del Presidente della giunta per le elezioni della Camera, Maurizio Migliavacca (Pd), di “attuare coerentemente e celermente” la sentenza della Corte costituzionale del 21 ottobre scorso, che durante il processo Stancanelli (sindaco di Catania e senatore Pdl) ha sancito l’impossibilità di ricoprire contemporaneamente la carica di deputato e sindaco (per comuni con più di 20mila abitanti, in senato i casi sono 7).
I casi su cui si discuterà sono sei: Niccolò Cristaldi (Mazara del Vallo), Giulio Marini (Viterbo), Adriano Paroli (Brescia), Michele Traversa (Catanzaro), Marco Zacchera (Verbania), e Luciano Dussin (Castelfranco Veneto); i primi cinque Pdl, l’ultimo Lega.
Il comitato discuterà se applicare immediatamente o no la sentenza della Consulta che però, come viene fatto notare in giunta, non parla dei presidenti di provincia (nove), anche se l’istruttoria sulle ineleggibilità li comprende. Dovranno probabilmente decidere: Domenico Zinzi (Caserta, Udc), per la Lega Daniele Molgora (Brescia), Ettore Pirovano (Bergamo), Roberto Simonetti (Biella); per il Pdl Maria Teresa Armosino (Asti), Luigi Cesaro (Napoli), Edmondo Cirielli (Salerno), Antonello Iannarinni (Frosinone) e Antonio Pepe (Foggia).
Il capogruppo Pdl in Giunta, Giorgio Stracquadanio spiega che il motivo che ha spinto la maggioranza a non partecipare al voto è proprio la volontà di approfondire se effettivamente la direttiva dovrà essere subito esecutiva: << non abbiamo ancora una nostra proposta, ci sono tre ordini di questioni su cui riflettere. Primo, come si dà attuazione alla disposizione? Secondo, in ordine ai presidenti di Provincia si dà attuazione? E come? Terzo problema, E’ sufficiente che ci sia una sentenza perchè la Giunta prosegua? >>.
Come fa notare Elsa Muschella dalle pagine del Corriere della Sera, in un momento in cui la maggioranza è risicata, << Berlusconi può permettersi di perdere anche un solo parlamentare? >>. Di seguito viene fatto notare come Stancanelli non rientri in questa logica poichè da tempo << subisce il pressing dei vertici per dimettersi da sindaco e restare a Palazzo Madama >>.
Paroli vorrebbe scegliere Brescia, ma tiene soprattutto a sottolineare che non ricevono << doppia indennità, la legge impone di rinunciarci e io per fare il sindaco non prendo un euro >>. Quasi fosse una questione economica, non di impegno o, passatemi il termine, di “intrallazzi”.
Fiducioso invece Dussin, il quale sostiene che il Comitato confermerà la compatibilità, oppure sarà poi la camera a farlo: << io non devo dimettermi da niente, sono stato eletto deputato e sindaco di Castelfranco, e nessuno ha mai avuto da ridire >>. Dello stesso parere il primo cittadino di Mazara, e quello di Viterbo, mentre Traversa deciderà << a tempo debito >>.
Nel frattempo il consiglio regionale ha sospeso il vitalizio agli ex consiglieri che oggi siedono in Parlamento, e proprio ieri la Conferenza delle regioni ha stabilito che dalla prossima legislatura i vitalizi saranno abrogati.
Da sottolineare come, dalle pagine di ItaliaOggi, Cesare Maffi illustri anche il “giro di vite” che partirà alla Camera dal 15 novembre.
Infine, partirà domani al Centro congressi Frentani di Roma l’iniziativa di Marco Rizzo e Comunisti di sinistra popolare, “Meglio un Parlamento dei nominati o dei lavoratori?”: << mentre si parla di riforme, noi lanciamo una vera e propria campagna di cambiamento [..]: meglio una Camera di lavoratori di Fincantieri [..] o di nominati? >>.
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PIETRO CANCIAN