E allora bisogna essere sciacalli!
“Non facciamo sciacallaggio!”
In questi giorni e in queste ore lo sentiremo dire parecchio.
Lo sentiremo nei dibattiti, preparatevi, che parleranno della tragedia del Giappone dove si parlerà per forza di nucleare.
Il segnale che ci giunge dalla terra del sol levante martoriato è davvero inquietante, questa mattina un’altra esplosione ha sprigionato una nube tossica, pur lasciando intatto il nucleo.
“Chi è nel raggio di 30 km deve stare in casa” …queste le parole del governo giapponese e forse noi dovremmo analizzarl meglio. Se essere sciacalli significa cercare di evitare delle tragedie che possono anche pregiudicare il futuro dell’esistenza, che altro dire sono uno sciacallo. Chiudersi in casa per le radiazioni, non per un influenza, non per la puzza della spazzatura ma per radiazioni è uguale a malattie gravi uguale a morte. Morte!
Io non sono un fisico nucleare, non ho competenze specifiche per quanto riguarda le risorse energetiche quindi non vi so dire se ci conviene o no il nucleare e anzi vi dirò di più non me ne frega niente. Io dico solo che l’uomo dovrebbe realmente pensare al fatto di essere ospite su questa terra, un ospite che per anni diciamo a maltrattato cose non sue, fatto righe sul pavimento, strappato il divano, lasciato la camera da letto in disordine e fumato in tinello con le finestre chiuse.
Credo che sia giusto dirci che non c’è sicurezza che ci possa far dormire tranquilli a 20 km da una centrale nucleare questo a prescindere da ogni tipo di pensiero.
Altro discorso poi logicamente è l’Italia.
Perchè dico che non prendo in considerazione il discorso della convenienza o meno perchè io credo nella legge e la legge dice che il popolo aveva già deciso nel 1987 e logicamente questo governo, che si preoccupa solo delle leggi che possono aiutare il premier a vivere ancora per qualche anno in libertà attaccato a qualche sedile di una escort, ha deciso che un referendum popolare non conta niente. Quindi come per magia ritiriamo fuori il nucleare.
Se poi penso al fatto che non siamo in grado di gestire il problema dei rifiuti e che in giro per l’Italia ci sono ancora scorie radioattive nascoste negli scantinati (vedere Presa Diretta dello scorso anno) i brividi salgono lungo la colonna vertebrale fanno il giro tornano indietro e scappano dal paese.
Il governo se ne frega, la Germania ha deciso di fermare 7 impianti l’Europa si interroga, e noi niente come se nulla fosse, anzi il nostro esecutivo boicotta i referendum per RITOGLIERE IL NUCLEARE (credo unico caso al mondo di RIREFERENDUM) perchè probabilmente gli amici degli amici degli amici si stanno già fregando le mani per tutti i lavoretti che potranno fare negli impianti, nei siti, per le scorie per anni anni e anni.
Quali siti?
Ma logicamente quelli che il governo ha già scelto, e nascosto, cioè quelli indicati nel 1979 dal Cnen in una lista oggetto di un’interrogazione da parte del Pd alla camera…
“Piemonte 1. la zona lungo il Po, da Trino a nord di Chivasso (Vercelli). 2. La zona intorno alla Dora Baltea a sud di Ivrea (Biella) Lombardia 3. la zona a nord di Voghera lungo il Po (Pavia) 4. la zona a sud di Mantova lungo il Po 5. la zona a sud di Cremona lungo il Po Veneto 6. la zona a sud di Legnago fra Adige e Po (Rovigo) 7. la zona del delta del Po (Rovigo) 8. la zona della foce del Piave (Venezia)” e via di seguto…
…come 150anni fa da queste parti si sta facendo l’Italia dal nord al sud, non si scherza…
“La linea italiana rispetto al programma nucleare chiaramente non cambia seguiamo la situazione in Giappone senza nessuna sottovalutazione. Ma neanche si deve speculare: non era ancora finito l’effetto dello tsunami che già in Italia gli antinuclearisti sfruttavano la catastrofe a fini domestici, questo è sciacallaggio politico; non abbiamo centrali nucleari per una scelta sciagurata compiuta con il referendum del ’87, sull’onda emotiva della tragedia di Chernobyl. Ne continuiamo a pagare ancora oggi il costo, un’energia più cara del 30% rispetto agli altri”
…appunto avevamo votato, ma da queste parti non conta, parola di Prestigiacomo, ministro dell’Ambiente.
LUCA PUGLISI