Elezioni in Venezuela: che succede?
La morte di Hugo Chavez il 5 Marzo scorso ha posto l’attenzione di molti osservatori internazionali sulle elezioni presidenziali venezuelane previste per il prossimo 14 di Aprile. Con Chavez il Venezuela ha assunto un ruolo vitale nelle dinamiche geopolitiche e commerciali e la sua scomparsa crea una serie di interrogativi sul futuro del paese.
Il governo chavista è stato capace di implementare una serie di politiche che avevano come beneficiario il popolo ,a cominciare dalla divisione degli introiti derivanti dall’industria petrolifera che è stata nazionalizzata e tolta dalle mani delle elitè interne ed estere. Molti sono i risultati raggiunti in politica interna: dall’ eliminazione dell’analfabetismo dichiarata dall’ UNESCO nel 2005 alla diminuzione della povertà alla creazione di un sistema sanitario nazionale solo per citarne alcuni .
La politica estera venezuelana è stata caratterizzata dallo sviluppo di una serie di rapporti commerciali con stati come la Russia , Cuba e la Cina. Chavez è stato il propugnatore di numerose organizzazioni regionali come l’ALBA tese ad affrancare l’america latina dall’influenza statunitense e ha assunto un ruolo di garante delle relazioni tra i paesi nella regione. Con i suoi interventi negli avvenimenti internazionali e la sua denuncia tra le disparità del primo e del terzo mondo è divenuto il simbolo della lotto all’imperialismo del dollaro.
E’ facile capire dunque, come sia complesso per qualsiasi successore portare avanti un progetto cosi articolato e quanto gravi la pesante l’eredità lasciata da un leader amato come Chavez che solo l’Ottobre scorso aveva stravinto nuovamente le elezioni.
La situazione a pochi giorni dalle elezioni si presenta molto tesa come ci raccontano alcuni amici Venezuelani; vi è una grande discussione sui mezzi economici utilizzati dal governo per organizzare il processo elettorale e in particolare per finanziare il candidato presidenziale, Nicolas Maduro, indicato come successore dallo stesso Chavez e del peso che questo esborso di denaro pubblico assume in un paese come il Venezuela.

La situazione è molto tesa e si teme che queste elezioni possano dare spazio a azioni di violenza mai troppo rare nel paese; la mobilitazione elettorale sta smuovendo gli animi e ripropone divisioni di classe ed etnia tra gli stessi quartieri della capitale ed è per questo sono stati presi diversi provvedimenti per limitare la presenza di alcolici e armi nei giorni delle votazioni; è molto importante il ruolo che sarà svolto dall’esercito nel garantire un giusto processo elettorale ma anche nel rispetto dell’ esito del voto e della volontà del popolo come è stato giurato da vari comandanti.
Nelle scorse settimane sono stati avanzati molti dubbi sulla gestione delle elezioni da parte del Consiglio Nazionale Elettorale e da parte dell’opposizione, che ha denunciato più volte la vicinanza al candidato governativo e ha chiesto la garanzia di indipendenza dell’organo, ma non sono mancati anche pressioni di tipo internazionale con un coro di vari leader, che si sono poi concretizzate in una missione di osservazione da parte dell’ UNASUR. Dal canto suo il presidente del CNE ha assicurato più volte l’imparzialità e si è fatto garante del processo elettorale.
Enrique Capriles, governatore dello stato di Miranda, già sfidante di Chavez alle elezioni dell’ottobre scorso è il candidato della Mesa de Unidad Nacional ed è probabilmente il leader della più forte coalizione di opposizione al chavismo dal 1999. Rispetto alla scorsa campagna elettorale è molto più aggressivo e passa all’attacco dello sfidante Nicolas Maduro. Dal giorno della suo giuramento come presidente ad interim, Capriles ha attaccato la contraddittoria figura di Maduro candidato-presidente nello stesso momento. Ha attaccato la corruzione dei funzionari pubblici, l’inflazione al 20% e il forte legame che il governo porta avanti con lo stato cubano. Capriles ha ottenuto il sostegno della classe medio borghese, degli studenti e nel glorioso raduno organizzato nella città di Caracas si propone come nuovo leader del paese.
Maduro è il candidato nominato in punto di morte da Chavez in persona, colui che secondo il presidente deceduto deve portare avanti la rivoluzione socialista in Venezuela. La figura di presidente gli garantisce un apparato governativo consistente da spendere nella campagna elettorale. Rivendica la figura quasi sacrale del leader scomparso ed ha ottenuto l’endorsement di molti partner della zona. Rivendica le politiche sociali attuate negli anni e promette un punto di svolta nella rivoluzione socialista che porti prosperità, lavoro e sicurezza in Venezuela. Ribadisce la lotta all’imperialismo statunitense con lo slogan “ Il nemico viene dal Nord.”
Si vedrà Domenica 14 Aprile, in un clima ancora molto emozionato, come il popolo venezuelano deciderà le sorti del suo futuro. Un fatto rimane: per qualsiasi presidente sarà difficile confrontarsi con il carisma e la stima del suo predecessore.
GIUSEPPE SIMONE
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