Elezioni Usa 2012: istruzioni per l’uso. Romney vince ma non spopola nel Super Tuesday e Santorum non molla

Dopo aver vinto, da fine febbraio in poi, le primarie in Arizona e in Michigan e il caucus di Washington del 2 marzo, Mitt Romney si presentava al famoso Super Tuesday – tappa delle primarie che mette in palio i delegati di dieci stati – con vittorie non entusiasmanti, non essendo ancora riuscito a infliggere una sconfitta bruciante al suo acerrimo nemico, Rick Santorum, che in questa corsa verso le presidenziali sembra incassare i colpi ma non mollare la presa.

Gingrich e Paul, gli altri due sfidanti in queste primarie, risultano quasi assenti. Non è ancora chiaro quale sia la loro tattica. Gingrich si crede più furbo degli altri ed era convinto che il super martedì l’avrebbe riscattato cosa che, vi dimostrerò in pochi passaggi, non si è realizzata. Il 78enne Ron Paul invece, è convinto di poter continuare la sua corsa avendo dalla sua il sentore che possa ancora avere qualche chance di riuscita, facendosi portatore di ideali liberali che nessuno sembra aver sbandierato finora

Ieri, come vi dicevo, si sono aperte le urne in molti stati: Alaska, Georgia, Idaho, Massachussets, North Dakota, Ohio, Oklahoma, Tennessee, Vermont e Virginia.

Vediamo com’è andata: in Ohio – considerato uno stato chiave per la corsa alla Casa Bianca visto che tutti i candidati presidente che hanno passato indenni questa tappa, poi hanno vinto le presidenziali – Romney ha vinto per poco in una battaglia all’ultimo voto fino a tarda notte. Quando lo scrutinio è ad un passo dalla fine, l’ex governatore del Massachusetts riesce a staccare Santorum di un punto percentuale (38% contro 37%).

Ha avuto invece la strada in discesa in Stati come la Virginia, il Vermont, l’Idaho, l’Alaska e il Massachussetts, Stato che ha governato dal 2003 al 2007. Su 10 tappe, quindi, ne ha vinte 6.

L’ex senatore della Pennsylvania, l’ultraconservatore Santorum, si è fermato a tre vittorie, conquistando il Tennessee, l’Oklahoma e il North Dakota. Nulla di nuovo, mi permetto di aggiungere. Sono tutti e tre feudi dell’elettorato conservatore ma, ed è questo il dato importante da analizzare, non è riuscito a spiccare particolarmente, riportando percentuali che non arrivano neanche al 40%. Ha lasciato comunque Romney a debita distanza da quelle terre nelle quali non riesce ancora a fare presa.

Gingrich, ex speaker della Camera, si è aggiudicato solo la Georgia che, tra parentesi, è anche lo Stato che lo ha mandato al Congresso quindi ha giocato in casa ma questo punto sul tabellone gli permette di restare in pista, dato che qualora riuscisse a vincere i prossimi banchi di prova – l’Alabama e il Mississippi, il 13 marzo – potrebbe fare suo tutto il profondo sud e presentarsi come il principale sfidante di Romney. Staremo a vedere.

Ron Paul resta al palo, a bocca asciutta.

Il quotidiano La Repubblica.it , ci dice che – secondo le ultime proiezioni: <<Romney dovrebbe contare su 407 delegati, rispetto ai 169 di Santorum e agli 102 di Gingrich. Il quarto in corsa, Ron Paul, è fermo a 41. Dal risultato definitivo del ‘super-martedì’ dipende l’assegnazione di 419 dei 1.144 delegati necessari per assicurarsi la nomination presidenziale repubblicana, che sarà annunciata nelle convention finale di agosto, a Tampa, in Florida>>

Il viaggio continua…

MATTEO MARINI

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Matteo Marini

Giornalista pubblicista, fondatore e direttore di Wild Italy. Ha collaborato con varie testate nazionali e locali, tra cui Il Fatto Quotidiano e La Notizia Giornale, ed è blogger per l’Huffington Post Italia. Nel 2011 ha vinto il Primo Premio Nazionale Emanuela Loi (agente della scorta di Paolo Borsellino, morta in Via d’Amelio) come “giovane non omologato al pensiero unico”. Studioso di Comunicazione Politica, ha lavorato in campagne elettorali, sia in veste di candidato che di consulente e dirige, da fine 2016, Res Politics - Agenzia di comunicazione politica integrata . DIRETTORE DI WILD ITALY.

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