Elezioni Usa 2016: la notte del giudizio. Chi vincerà tra Clinton e Trump?
La notte del giudizio per gli Stati Uniti è arrivata. Questa notte sapremo chi sarà il 45° presidente del Paese a stelle strisce. Finisce così una delle campagne elettorali più discusse e controverse della storia americana, nella quale si sono sfidati l’ex first lady e segretario di Stato Hillary Clinton, rappresentante in toto il partito democratico del presidente uscente Barack Obama, ed il “tycoon” repubblicano Donald Trump.
Si chiudono, in sostanza, ben diciotto mesi di una lunga kermesse elettorale in cui non sono mancati colpi bassi e reciproche accuse al veleno tra i due candidati. Le urne si sono aperte questa mattina, con Hillary che si è recata al seggio alle 14 ora italiana, mentre Trump ha calato nell’urna la sua scheda alle 18 (sempre ora italiana).
Entrambi si dicono convinti di vincere, anche se i sondaggi darebbero come vittoriosa la Clinton. Chiunque diventerà il successore di Barack Obama dovrà però affrontare una delle peggiori crisi economiche in cui sono sprofondati negli ultimi anni gli Stati Uniti ed una delle più difficili situazioni internazionali, in cui si trova tutta l’amministrazione americana, dalla caduta del muro di Berlino sino ad oggi.
In una nazione che da sempre è stata considerata la più potente di tutto il mondo, il tasso di disoccupazione continua a crescere mentre non ancora non sono affatto chiari quali saranno gli effetti economici futuri dell’uscita dall’Unione Europea del suo alleato di ferro (sia bancario quanto militare) di sempre: la Gran Bretagna.
Sul versante dello scacchiere internazionale le gatte da pelare saranno davvero tante. Si va dallo sfascio della Libia a quello della Siria, dalla mancata risoluzione della questione ucraina e dalle nuove tensione con Mosca che riecheggiano i tempi mai sopiti della guerra fredda.
Ultima, ma non in ordine di importanza, la minaccia – sempre forte e presente dietro l’angolo – di Daesh e del fondamentalismo islamico. Staremo quindi a vedere chi raccoglierà non tanto le rose quanto le spine lasciate dall’ex senatore dell’Illinois che a breve lascerà la Casa Bianca.
Ci si augura, soprattutto, che lo spoglio delle schede avvenga in maniera veloce, chiara e trasparente. Nessun americano potrà mai dimenticare il “papocchio” delle presidenziali di fine 2000, quando nello Stato della Florida (all’epoca decisivo per il verdetto finale) si dovettero ricontare per ben due volte le schede elettorali. Alla fine della fiera venne premiato George W. Bush a discapito di Al Gore. Ma questo è, e dovrebbe essere, acqua passata.
Staremo a vedere come finirà una sfida elettorale che puntualmente, ogni quattro anni, vede sia i candidati repubblicani quanto quelli democratici spendere milioni su milioni di euro per salire sulla vetta più alta del potere mondiale.
Chi vincerà?