Emergenza Coronavirus: Internet rischia il collasso?

Dopo che la Commissione Europea ha chiesto (e ottenuto) alle principali piattaforme video – Netflix e YouTube in testa – di oscurare l’HD per 30 giorni così da non sovraccaricare eccessivamente internet durante queste giornate di emergenza Coronavirus, ha destato particolare allarme la dichiarazione di Mark Zuckerberg: “Se Whatsapp e Messenger saranno utilizzate da altri Paesi come sta facendo l’Italia (non tutti erano allora in lockdown come noi, ndr), i nostri server rischiano di fondersi”.

Quindi internet e la messaggistica istantanea rischiano il collasso?

L’AUMENTO DEL TRAFFICO INTERNET

Ookia, il servizio online che fornisce il test sulla velocità di internet per i privati, ne ha riscontrato un calo generale del 10%. Secondo gli esperti, ciò è dovuto al vero e proprio boom, a tutte le ore, dell’uso dei videogiochi online e dello streaming video.

Come spiega Marco Bellezza, amministratore delegato di Infratel Italia, la società in-house del Ministero dello Sviluppo Economico atta allo sviluppo della Rete veloce o ultra-veloce, il sistema è “sotto stress”. “Stiamo registrando – racconta – volumi di traffico continui e persistenti che prima avevamo solamente la sera o nel week-end. Ora cominciamo dal primo pomeriggio fino a notte. Questo può diventare uno stimolo per pensare ad Internet come una risorsa insopprimibile e a fare sempre più investimenti“.

I NUMERI

L’incremento di Internet e dell’uso del telefono in generale sta toccando un po’ tutti i settori e tutti gli operatori. Anche grazie alla novità inedita dello Smart Working e della “scuola a distanza”.
Si stanno registrando picchi giornalieri fra il 25 e il 40% in più rispetto ad un mese fa e di oltre il 100% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso.

Nel dettaglio la TIM ha registrato un aumento dei volumi del 90% sulla rete fissa e il 30% sulla rete mobile. Vodafone, il 55% per la fissa e il 30% per la mobile, mentre Wind-Tre un 40% sulla prima e un 35% sul cellulare.

Il vero è proprio boom si ha per l’upload (confermando il trend in esplosione grazie ai videogiochi e al consumo video) con un +300%.
Sale il traffico voce (si telefona di più): +45% rispetto alla precedente rilevazione.

INTERNET RISCHIA IL COLLASSO?

Il collasso della Rete non dovrebbe accadere“, rassicura la ministra all’Innovazione Paola Pisano. “Tecnicamente ci sono tutti i mezzi per non far collassare la rete. Non credo che ci sarà un problema“. Quindi, per ora, nonostante l’emergenza Coronavirus, non ci dovrebbero essere criticità, anche se l’AGCOM chiarisce al Fatto Quotidiano che “gli operatori stanno mettendo in atto tutti gli interventi necessari di upgrade sui nodi di interscambio così da sopperire ad ulteriori aumenti di pressione“.
A soffrire di più sono le “zone bianche“, ovvero quelle considerate “non remunerative”, per le quali però, in passato, già svariati governi avevano promesso di far arrivare la “Rete veloce” entro il 2020, poi slittata al 2023.

POSSIBILI SOLUZIONI

Eolo, la società leader nei collegamenti wireless, ha chiesto al Governo di liberare le ex-frequenze radio e quelle “di riserva”, così da permettere l’arrivo del segnale anche nelle zone di montagna o collinari, dove gli interventi di messa in opera sono più costosi. Invece così la Rete sarebbe facilmente realizzabile anche in queste aree.

L’Italia è tra le posizioni più basse per l’accesso e la velocità di Internet: la connessione media è di 5,6 Megabit al secondo con picchi massimi derivanti da Milano, Roma e Bologna di (talvolta) oltre i 30 Megabit.

Siamo al venticinquesimo posto su 28 se alla connessione si aggiungono le competenze informatiche e la familiarità con Internet. La Germania (di fine 2014, addirittura) vede una velocità media di 8,8 Mbps, in Irlanda di 12,7 e in Svizzera addirittura del 14,5.

Una soluzione concreta per queste settimane di emergenza Coronavirus, in cui la nostra infrastruttura digitale sarà messa sotto stress, potrebbe essere quella di inviare gli SMS, se si deve soltanto scrivere ad un nostro familiare o amico (così li usiamo anche, senza lasciarli nella quasi totalità agli operatori), privilegiare le chiamate voce tradizionali e non i messaggi vocali o le chiamate Whatsapp, ma soprattutto non inviare documenti e file pesanti tramite Messenger e Whatsapp, ma utilizzare l’email e i sistemi di trasferimento rapido.

Eviteremmo così una razionalizzazione della Rete internet per i servizi veramente necessari, come già è concesso agli operatori, se fosse necessario. E di questi tempi non è il risultato più auspicabile.

 

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Simone Piloni

Studia Giurisprudenza presso l’Università degli Studi di Roma Tre e ha scritto, fin dall’età di 17 anni, in vari giornali locali. Da qualche anno è rimasto folgorato dall’ambiente radiofonico e non se ne è più andato. Conduce ogni settimana un programma di attualità ed interviste su RadioLiberaTutti.it . REDATTORE SEZIONE POLITICA.

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