Energy [R]evolution in Europa: 100% di rinnovabili.
Meno 95% di emissioni di CO2 al 2050; 2.650 miliardi di euro di risparmi sui combustibile; 1.850 miliardi di investimento; 19 miliardi di euro/anno risparmiati fino al 2050; 940.000 nuovi posti di lavoro al 2020, e 1,2 milioni al 2030.
A leggere questi dati vengono gli occhi fuori dalle orbite. Si tratta della “roadmap presentata nel rapporto Energy [R]evolution per l’Europa, commissionato da Greenpeace e da EREC (European Renewables Energy Council)” che “valuta il potenziale di sviluppo per i prossimi 40 anni.” Come già elencato, gli obiettivi principali sono il taglio drastico delle emissioni di CO2 per il 2050 – nel breafing si parla di un taglio del 95% appunto – aumentando energicamente – fino al 92% degli usi TOTALI di energia – l’utilizzo delle fonti rinnovabili. Uno degli obiettivi del rapporto è la volontà di eliminare “il ricorso a una fonte rischiosa come il nucleare e pone fine alla dipendenza dell’Ue dai combustibili fossili.”
Il breafing – scaricabile dal sito di Greenpeace – è interessante perché, oltre a voler consigliare all’UE come tagliare l’uso dei combustibili per l’energia elettrica e per il riscaldamento, si sofferma brevemente anche sull’uso delle automobili e del trasporto su gomma transitabile su ferrovia, e sulla costruzione di edifici di “progettazione intelligente” .
Cosa si intende per “progettazione intelligente”? In poche parole, esistono dei “professionisti del clima” che hanno come scopo quello di costruire edifici a bassissimo consumo energetico. É un esempio straordinario il Dipartimento all’urbanistica, ambiente ed energia, natura e paesaggio della Provincia Autonoma di Bolzano, che, dopo la ristrutturazione, è passata a pagare dai 90.000€ annui di riscaldamento precedenti a meno di 5.000. E’ stato addirittura ampliato da 2.100mq a 3.500. Questo risparmio è dovuto al rivestimento dell’edificio con un “cappotto” di 35cm di isolante. Tenete conto che una casa media, in Italia, consuma 150-200 kWh/mqa (Kilowatt per metro quadro all’anno); questa sede di Bolzano, ne consuma 7. Per maggiori informazioni a riguardo vi rinvio a questo video.
Tornando al rapporto Energy [R]evolution è necessario dire che questi obiettivi hanno un costo. Lo stesso breafing dice che “gli investimenti nelle energie verdi aumenteranno i costi dell’elettricità già nel breve e medio termine, ma si tratta di un investimento che ritornerà con gli interessi grazie ai risparmi sui consumi di fonti fossili, pari a 2.650 miliardi di euro nel periodo considerato fino al 2050, ampiamente maggiori rispetto agli investimenti previsti.” Non solo. Tutto ciò avrà un enorme impatto sulla vita pubblica, perché porterà numerosissimi posti di lavoro nuovi. Per il 2020 si parla di 940.000 nuovi lavoratori, che saliranno a 1,2 milioni nei dieci anni successivi.
Ma se il costo iniziale sarà alto, nei periodi successivi ci sarà l’effetto contrario. “Nel 2050 il costo della produzione di elettricità sarà inferiore di 85 miliardi di euro rispetto allo scenario di riferimento.” In questo modo, “anche tenendo conto dei maggiori investimenti da effettuare nelle fonti rinnovabili, con la riduzione progressiva delle fonti fossili, l’abbandono del nucleare e senza gli investimenti in cattura e stoccaggio della CO2 (CCS), si consentirebbero una media di 19 miliardi l’anno di risparmi netti alle economie europee fino al 2050.”
Molte persone potrebbero pensare che tutto ciò sia pura fantasia. Che siano solo speranze date da un’associazione che si batte per questo, con dati non basati su ipotesi reali. Invece no, al contrario, Greenpeace e EREC ci tengo a sottolineare che i loro progetti sono si ambiziosi, ma sono assolutamente basati “su ipotesi realistiche su come produrre l’energia localmente, evitando gli investimenti in tecnologie rischiose e costose come il nucleare e il CCS.”
Ogni questione posta, non è lasciata al caso. Per questo motivo sono state date anche delle “raccomandazioni per le politiche energetiche”. Infatti il progetto, oltre ad avere bisogno di fondi, ha grossa necessita di “volontà politica”, perché “per ottenere un cambiamento su larga scala ed economicamente conveniente per basare i consumi sulle fonti rinnovabili occorre una grande mobilitazione di investimenti pubblici e privati che deve avvenire in tempo.”
Sono cinque i settori a cui Greenpeace chiede all’UE e agli stati membri di fare progressi nel più breve tempo possibile:
- una strategia credibile per la riduzione delle emissioni di CO2 con un tipo di sistema energetico basato solo su fonti rinnovabili;
- “un impegno legalmente vincolante” per il calo del 30% delle emissioni, rispetto al 1990, per il 2020 con la realizzazione piena del 20% di energia rinnovabile sempre per quell’anno;
- una profonda riforma del mercato elettrico e gestione delle reti. Rimuovere i sussidi “al nucleare, alle fonti fossili e agli impianti, elettrodomestici e veicoli non efficienti”.
- Politiche efficaci per promuovere un’economia pulita. Un aggiornamento dello schema europeo del sistema di Emissions Trading (ETS) che rimuova le incongruenze, l’effettiva realizzazione della direttiva sulle rinnovabili e una ambiziosa politica per l’efficienza energetica che introduca severi standard obbligatori di efficienza per i veicoli, gli elettrodomestici, gli edifici e la produzione elettrica.
- Ristrutturare la Finanza pubblica europea. I fondi sociali e di coesione europei vanno ristrutturati per indirizzarli verso efficienza e risparmio, fonti rinnovabili e sostegno mirato all’innovazione e alla ricerca tecnologica in questi settori.
Sono impegni difficili, scelte complesse, decisioni azzardate. Ma questo serve per salvare il nostro pianeta. Questo è necessario per garantire ai nostri figli e nipoti futuri un mondo pulito e sano. Ogni genitore dice una frase che mai come ora andrebbe presa alla lettera: “Cosa non si farebbe per i propri figli…..”. Ecco…. fatelo.
GIAMPAOLO ROSSI
giampross@katamail.com
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Articolo ricchissimo di spunti. Il primo è certamente nel sottolineare la certezza che si ha nella scelta delle fonti rinnovabili. La fine dei combustibili in senso tradizionale. In italia è molto incoraggiata, vedi le regioni de nord, per fortuna ma non come accade in altri paesi. Il disastro Fukushima insegna. Le fonti di energia devono il più possibile essere lontani dalle scelte del nucleare. L’unica cosa discutibile è il famoso contributo dell’uomo al riscaldamento globale. Si sa che l’inquinamento chimico ha altre fonti ed inoltre il global worming è stato ampiamente messo in discussione da vari scienziati. Lo stesso Di Pietro seguito da altri, inoltre ha inoltrato un interrogazione parlamentare a proposito di esperimenti sulla modifica del clima in atto ad opera di sostanze emesse da aerei.
Grazie… per quel che riguarda le famose “scie Chimiche” che hai citato in fondo al tuo commento, credo che sia un allarmismo stupido. Nel senso che, quello sprigionato dagli aerei, non è che la condensa che viene a formarsi tra il calore dei motori e la tempreatura. Certo, gli aerei lasciano anche combustibile, cherosene, ma alla stessa maniera di un camion. E te lo dico da figlio di pilota, che si è fatto spiegare bene che cosa fossere queste famigerate scie bianche!