Euro 2016, l’Europeo delle prime volte

Albania, Galles, Irlanda del Nord, Islanda e Slovacchia si qualificano per la prima volta al campionato Europeo, che si svolgerà in Francia a partire dal prossimo giugno – Euro 2016. Con l’analisi proposta, capiremo come per tante squadre la vittoria sportiva equivalga alla vittoria di un popolo intero.

In un periodo dove il mondo del calcio naviga nella perenne burrasca, dove chi muove le pedine va senza controllo alla deriva, ci hanno pensato i gironi di qualificazione agli Europei a regalare uno sprazzo di sole ad un cielo coperto di nuvole cupe che promettono solamente tempesta. In particolar modo ci hanno pensato cinque nazioni, cinque piccole realtà che andranno a giocare per la prima volta una manifestazione continentale; cinque popoli che hanno dato un calcio alle sofferenze e alle difficoltà del passato, per inseguire un sogno che sa tanto di rivalsa.

L’Albania e il suo asso nella manica: Gianni de Biasi.

il C.T. Gianni De Biasi
il C.T. Gianni De Biasi

In questo approfondimento inserisco non casualmente l’Albania per prima. Sia perché il condottiero di questa selezione è un nostro connazionale, sia perché la storia dell’Albania ci ha riguardato da vicino. Sì, perché l’Albania è una di quelle nazioni figlie della sofferenza, del sangue versato. Figlia di una guerra per il controllo di una terra di per sé indipendente, di una dittatura che ha costretto molti ad abbandonare la terra natìa.

Allora quando si parla di tutto questo, non può essere solo sport. Quando c’è un popolo intero a spingerti verso l’obbiettivo, in questo caso è la vittoria di tutti. Sportivamente parlando, il personaggio chiave non può che essere Gianni de Biasi. Il CT non si è limitato a selezionare i giocatori di nazionalità Albanese; ha riproposto la vera etnia Shqiponjat, facendo un autentico scouting e dando la possibilità di giocare per l’Albania a tutti coloro che sentissero cucita sulla propria pelle la maglia delle “Aquile Nere“.
Seconda classificata dietro al Portogallo nel girone, inanellando una serie di risultati importanti e anche qualche polemica, come la famosa partita “del drone” contro la Serbia, vinta 3-0 a tavolino dopo che inizialmente l’UEFA aveva assegnato i tre punti alla squadra serba.

Il Galles e i suoi fari nel buio: Bale e Ramsey.

Gareth Bale
Gareth Bale

Dopo 57 anni il Galles torna a bussare alle porte delle grandi d’Europa. La nazionale britannica conclude il suo girone B di qualificazione al secondo posto dietro al Belgio, primo nel ranking, e alla Bosnia dei gioielli romanisti Dzeko e Pjanic. Prima volta a giocarsela nel massimo torneo continentale; pensate che l’ultima prestazione degna di nota dei gallesi risale ai mondiali del 1958, quando si arresero solamente al Brasile, futuro campione del mondo, nei quarti di finale, e in particolare al gol di un ragazzino diciassettenne, che da lì in poi scriverà pagine indelebili di questo sport: Edson Arantes do Nascimento, per tutti Pelè.
Insomma, dove la generazione dei Ryan Giggs e dei Mark Hughes aveva fallito, ci hanno pensato Gareth Bale e Aaron Ramsey a far brillare gli occhi alla nazione delle sconfinate colline, contribuendo con le loro giocate a guadagnare quindici dei ventuno punti conquistati e, quindi, a riscrivere la storia di questa piccola nazione. Pensate che nel 2011 era al centodiciassettesimo posto del ranking FIFA; ora occupa l’ottavo.

Questo cammino trionfale, però, ha avuto sempre un pensiero fisso rivolto a Gary Speed, una delle bandiere storiche di Galles e Newcastle, che si tolse la vita nel 2011 quando era CT della sua nazionale. E’ lui l’uomo che ha plasmato la mentalità di una delle squadre rivelazioni di questi gironi di qualificazione.

L’Irlanda del Nord e un traguardo mancato anche da Gorge Best.

Qualificata già a diverse edizioni del campionato mondiale, l’Irlanda del Nord arriva anche al primo sigillo europeo.
L’unica squadra tra le soppresse, peraltro, a qualificarsi come prima del girone. Aiutata anche da compagini non di primissimo livello, come Ungheria, Romania, e isole FarOer, i nordirlandesi hanno comunque espresso un buon gioco, facendo risultato contro la vera delusione di questo girone: la Grecia. A Belfast sono già felicissimi così. Se si dovesse qualificare anche l’Eire ai playoff, saranno ben quattro su cinque le nazioni britanniche a Euro 2016 (manca solo la Scozia).

L’islanda. Dalla terra dei ghiacci al confronto coi grandi.

Lo ammetto, sono di parte. Ma come si fa a non assegnare il premio di squadra “simpatia” all’Islanda? Calcisticamente mai un acuto, mai una prestazione degna di nota.

Arriva il giorno, però, in cui il tuo unico desiderio è quello di uscire dall’anonimato, quello di poter lottare con le grandi d’Europa. E spesso, quando sono rincorsi con così tanta passione e voglia di vincere, capita che i tuoi desideri si esaudiscano. Straordinaria è l’unica parola che mi viene in mente per descrivere la cavalcata di questi ragazzi venuti da una terra meravigliosa.

Sigurdsson in gol contro l'Olanda
Sigurdsson in gol contro l’Olanda

Inseriti in un girone a dir poco ostico, insieme a Olanda, Turchia e Repubblica Ceca su tutte, riescono a piazzarsi al secondo posto, eliminando gli Oranje di Robben e Van Persiebattuti sia nel match di andata che in quello di ritorno – e costringendo la Turchia a passare solamente come migliore terza.
Insomma, la qualità dei singoli non era eccelsa; pur avendo a disposizione alcuni elementi di valore come Sigurdsson, gli islandesi hanno proposto sempre un gioco spumeggiante, incantando per lunghi tratti l’Europa, fino al coronamento del sogno qualificazione.
Sogno che, in fondo in fondo, ogni amante di questo sport ha cullato insieme agli abitanti della terra dei ghiacci. Cosa sarebbe il calcio senza queste meravigliose favole?

Bene Slovacchia, stai tornando grande.

La nazionale del capitano del Napoli, Marek Hamsik, certifica per la prima volta la sua presenza alla massima manifestazione continentale. Sebbene inserita in un girone qualitativamente medio-alto, riesce a qualificarsi dietro la Roja di Vicente del Bosque. La Slovacchia, se vogliamo, si può considerare una sorpresa relativa, visto che il movimento calcistico Slovacco, seppur con qualche incertezza, è in ascesa. Basti pensare al mondiale 2010, dove arrivò agli ottavi di finale dopo aver eliminato l’Italia durante il girone eliminatorio.
Partirà per la Francia da outsider; con la buona qualità, in quasi tutte le zone del campo, sommata al grande agonismo, però, potremmo assistere a più di qualche sorpresa da parte di questa squadra.

I Playoff
I Playoff

Per avere il quadro completo delle qualificate bisognerà aspettare gli spareggi, chiamati playoff: da questi usciranno le ultime quattro squadre. Proprio qui ritroviamo, ironia della sorte, un interessantissimo Svezia-Danimarca, derby scandinavo e replay della partita-biscotto ad Euro 2004, che condannò l’Italia ad una cocente eliminazione.
Una piccola menzione la merita l’Austria, che dopo essere scomparsa dai radar del calcio che conta per parecchi anni, ha deciso di rispondere nuovamente presente, giocando probabilmente il miglior calcio delle intere qualificazioni, trascinata da uno dei gioielli del Bayern Monaco come David Alaba.

A giugno si apriranno le danze, e per quello che ci hanno detto queste qualificazioni non è da escludere una sorpresa, visto che la Germania campione del mondo ha fatto fatica per lunghi tratti, mentre Spagna e Italia stanno soffrendo sicuramente il ricambio generazionale.

Appuntamento in Francia quindi, per un Europeo che, mai come in questa edizione, si prospetta incerto.

 

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Matteo Salvati

Classe 1994, diplomato al liceo scientifico e laureando in scienze motorie. La sua più grande passione è sempre stata osservare e condividere ciò che vedeva con i suoi occhi. E allora perché non provare a farlo diventare il suo mestiere? Così pian piano si è avvicinato al mondo del giornalismo e della radio. Collabora con RadioFregene, radio locale della sua città. COLLABORATORE SEZIONE SPORT

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