F1: intervista a Carlo Vanzini, giornalista Sky
Questa settimana la Formula 1 torna in pista in Russia, con le Ferrari e Hamilton a caccia della Mercedes di Rosberg. Per analizzare i temi più importanti di questo 2016, e per capire meglio come funziona il mondo della F1, abbiamo intervistato Carlo Vanzini, giornalista sportivo e telecronista della Formula 1 per Sky.
La sua carriera giornalistica era inizialmente indirizzata verso la sua passione maggiore: lo sci. Da cosa è stato dettato quindi il passaggio che l’ha portata a commentare la Formula 1?
Lo sci è stata una passione diventata professione come discreto atleta prima e come giornalista poi. Un percorso naturale affrontato su tutti i media a disposizione, carta stampata, web, TV e radio ed è stata proprio la radio (Rtl) a propormi un giorno di seguire la F1. L’ho sempre seguita fin da bambino e poterla commentare dal 1998 è stata una fortuna lungo il percorso di crescita di una professione iniziata di fatto solo 4 anni prima.
Negli ultimi anni c’è stato un calo di ascolti nei confronti della F1. Ritiene che questo sport oggi sia meno spettacolare rispetto a vent’anni fa?
No, anzi. Ritengo sia cambiato il pubblico e la scelta che ha a disposizione. Mi ricordo quando ero più giovane che la domenica in TV c’era la F1 e basta. C’erano sei canali e non c’erano i social e altre mille distrazioni moderne. Adesso ci sono gli appassionati che non mollano e il pubblico che aumenta e diminuisce in base ai risultati di quella che è la passione italiana, ossia la Ferrari. Dei nostri risultati e della fame di F1 dei nostri abbonati siamo molto soddisfatti.
Anche quest’anno la Mercedes sembra star già prendendo il largo, con Nico Rosberg: crede che le due Ferrari siano in grado di recuperare o il divario è evidente?
Nel paddock dicono meglio Rosberg che non Hamilton a bottino pieno, ma non va sottovalutato perché la fuga può anche diventare importante. Hamilton è a tiro, e la stagione, anche per le speranze delle due Ferrari, è molto lunga. Credo che solo tra Canada e Baku avremo un quadro più veritiero delle forze in pista.
Lewis Hamilton già dalla fine della scorsa stagione era in calo, per poi ritrovarsi quest’anno completamente sopraffatto dal suo compagno di squadra Rosberg: secondo lei i motivi possono trovarsi nei comportamenti “ribelli” che il pilota ha fuori dai circuiti?
Quello è il suo stile di vita, uno stile che lo fa stare bene. Chiaramente quando ci sono i risultati è “figo”, mentre quando le cose non vanno ciò che fa fuori dalla pista è visto come una distrazione. Lui non è cambiato, ma di certo l’appagamento non è facile da contrastare. A volte è più difficile ripartire quando si è vinto tanto, ma sono convinto che sarà là a lottare per il titolo fino alla fine.
Dal prossimo anno dovrebbe mettere piede in F1 un nuovo sistema di sicurezza, il sistema Halo: alcuni piloti, tra cui lo stesso Hamilton, si sono detti contrari, mentre altri, come i ferraristi, lo hanno approvato e già testato prima dell’inizio della stagione. Qual è la posizione di Vanzini in merito?
Tutto ciò che viene fatto per la sicurezza è ben accetto e deve essere supportato. Halo non snatura la dimensione dei piloti. Sono invece contrario alle vie di fuga asfaltate perché la buona vecchia ghiaia ha la stessa funzione, ma rende le piste più difficili. Sapere che se vai lungo tanto rientri o che invece rimani insabbiato fa una bella differenza.
Qual è stata la telecronaca più emozionante che ricorda?
Ce n’è più di una, come Silverstone 2007 (la prima per Sky), Suzuka 2000 (per Rtl), la conquista del titolo di Schumacher, ma anche Spa 1998 e Brasile 2008 sono altre due gare indimenticabili ed emozionanti.
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