Fondazione Rita Levi-Montalcini: come la Fiat

Un paradosso, una bizzarria tutta italiana: una famosa Fondazione che aiuta ad emancipare le donne africane ma che licenzia in tronco una propria dipendente perché ne ‘esternalizza’ il lavoro. E’ accaduto alla Signora C.C. (che d’ora in avanti chiameremo Sandra) il 10 febbraio 2015. E in Italia non è l’unico caso.

Sandra, assunta nel 2008 da Rita Levi-Montalcini (morta nel 2012, premio Nobel nel 1986), “perché serviva proprio un persona che svolgesse le pulizie di routine”, viene licenziata in tronco il 10 febbraio 2015 dalla omonima Fondazione, oggi guidata da Giuseppina Tripodi, una Fondazione che aiuta le donne africane ad emergere e trovare un futuro attraverso l’istruzione e un impiego affinché siano libere ed indipendenti nella vita. Sandra viene licenziata in tronco. Senza preavviso, comunque retribuito, senza poter portare via le proprie cose. In un certo senso, umiliata. La motivazione lascia sconcertati: “A seguito della riorganizzazione della struttura aziendale, con conseguente totale esternalizzazione dell’attività sino ad oggi da Lei svolta, La informiamo che è stata soppressa la Sua posizione lavorativa”. Esternalizzare le pulizie di routine? Contenimento dei costi? Una Onlus che si batte per la dignità delle donne (africane) può abbandonare una donna (italiana) che aveva ed ha solo bisogno di lavorare?

Domande senza risposta che affogano anche esse nel mare africano che inghiotte ogni stagione migliaia di profughi, molte donne, in cerca di una dignità data soprattutto dal lavoro. Per Sandra questo non vale. Non ci sono giornali, non fa notizia perché in Italia funziona così: ti posso licenziare come mi pare, arrangiati, perché non ci sono in Italia Onlus o Fondazioni che perseguono “finalità di solidarietà sociale” come invece accade verso i Paesi in via di sviluppo.

In 12 anni di lavoro, la Fondazione Rita Levi-Montalcini Onlus ha raggiunto oltre 12.000 tra bambine, ragazze e donne di 36 Paesi africani, mediante la realizzazione di oltre 150 progetti, tutti mirati a dar loro la possibilità di essere introdotte nel mondo di lavoro. A Sandra, dopo 7 anni, invece, un semplice grazie. Anzi, neanche quello. Ammettendo siamo vere le motivazioni addotte dalla Fondazione, era così difficile aiutare Sandra a trovare almeno un altro posto di lavoro prima di licenziarla ed abbandonarla al suo destino?

Andrea Schiavone

51 anni, Ingegnere, dal 1976 nel X Municipio (ex-XIII) di Roma. Da 10 anni opera con le associazioni LabUr e Severiana come presidente e con il Comitato Civico 2013 (coordinatore). Esperto in archeologia, urbanistica e in diritto amministrativo (rapporti tra pubblica amministrazione e cittadini), considera un dovere essere affianco della gente perché competenza, impegno ed onestà sono valori e non parole usate per imbrogliare. Mai avuto tessere di partito. E’ ora che tutti possano esprimere scelte libere che sappiano di futuro. BLOGGER DI WILD ITALY

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Shares