Forza Francia

Breve riassunto di quello che è capitato oggi in Italia. L’opposizione, appena saputo che la maggioranza ha approvato in commissione Giustizia al Senato un emendamento alla norma in esame per sospendere retroattivamente i processi all’attuale premier (e basta: il Presidente della Repubblica odierno non ha procedimenti giudiziari sul groppone), urla allo scandalo, incredibilmente dimentica del fatto che l’aborto giuridico per via costituzionale serve proprio e unicamente a quello, così come in passato la celeberrima «discesa in campo» del solito noto. Quelli che 2 anni fa si astennero sulla versione precedente approvata per via ordinaria (poi cassata dalla Consulta) oggi mantengono la linea, pur evidenziando che l’emendamento «è una scelta sbagliata» (?). Anche quelli che all’epoca promossero una raccolta firme per abrogare via referendum l’obbrobrio rimangono sulle loro posizioni, denunciando come sempre a viva voce lo stupro della Costituzione, in linea questa volta con la frangia più numerosa della suddetta opposizione, oggi pronta alle «barricate» nonostante due anni fa avesse boicottato la raccolta firme, definita dal suo leader di allora un «boomerang».

Nel frattempo alla Camera, nell’altro ramo del Parlamento, i deputati respingono la richiesta di autorizzazione a procedere avanzata dal tribunale nei confronti dell’ex ministro delle Infrastrutture – già celebre per la frase «con mafia e camorra bisogna convivere e i problemi di criminalità ognuno li risolva come vuole» –, indagato per corruzione nell’ambito dell’inchiesta sulla cosiddetta cricca. L’inquisito ha commentato la notizia sfidando la logica: lo stop delle indagini per lui è «un primo passo importante per fare chiarezza» (ri-?). A votare a favore del collega – così come per il lodo Alfano costituzionale retroattivo – sono stati anche i deputati di Futuro e Libertà, movimento che si richiama sempre più spesso alla legalità: a quanto pare per i futuristi del 2010 urgono ancora ripetizioni sull’articolo 3 della Carta. Tornando alla corruzione, la Corte Conti ha lanciato un nuovo allarme: secondo il suo nuovo presidente, Luigi Giampaolino, «gli episodi di corruzione e dissipazione delle risorse pubbliche, talvolta di provenienza comunitaria, persistono». Serve dunque «l’onestà degli intenti e dei comportamenti, l’etica del servizio, il corretto agire delle Pubbliche amministrazioni, il perseguimento del bene dell’uomo e della collettività». Con un primo ministro più volte prescritto e tuttora imputato per corruzione, pare proprio che siamo sulla strada giusta, visto che anche la sua normativa anticorruzione annunciata in pompa magna durante l’ultima campagna elettorale latita, esattamente come le sue molteplici promesse arrivate sotto elezioni (lo aspettiamo al varco: entro la fine della legislatura – parole sue – deve sconfiggere il cancro e debellare la mafia). Sempre Giampaolino ha poi svelato un altro bluff del già celebre venditore di spazzole elettriche: «La prolungata bassa crescita del Pil rende difficile fissare obiettivi di riduzione della pressione fiscale». Pare che per il neopresidente sia già pronto un dossier firmato Il Giornale.

Intanto il direttore generale della Rai, dopo la minacciata sospensione del programma record d’ascolti causa indisciplina del suo conduttore – la logica, come per l’Udc e Lunardi, è ferrea: la trasmissione corrisponde in toto all’anchorman (ri-ri-?) –, prova a bloccare anche quello che dovrebbe ospitare i racconti del più noto giornalista italiano anticamorra. Le motivazioni («un doveroso approfondimento in merito a richieste economiche per la Rai molto significative») ricordano quelle che ogni anno cercano di bloccare il primo programma d’informazione italiana, quello col presentatore da “editto bulgaro” «sciacallo» come il suo vignettista e col giornalista – l’unico in Italia, data la licenza a raccontare balle per tutti i suoi colleghi – che deve sempre girare col non meglio identificato “contraddittorio all’italiana”.

Quanto fin qui elencato è capitato oggi, quando il silenzio sulla questione del lavoro – risollevata dalla manifestazione di sabato della Fiom – è tornato a farsi assordante nella sua cupezza, nonostante le manifestazioni di protesta dei lavoratori non accennino a diminuire (oggi, per quello che ci è noto, è toccato di nuovo ai pastori sardi). Tutto questo avviene mentre in Francia migliaia di cittadini hanno fatto sentire la loro opposizione al governo rispetto all’ormai prossimo innalzamento di 2 anni dell’età pensionabile col sesto giorno di sciopero generale. Quello che in Italia viene evocato solo dalla Cgil durante una manifestazione pacifica (nonostante le speranze del ministro dell’Interno) per finire immediatamente nel dimenticatoio della politica nostrana, in altre faccende affaccendata.

Alessandro Bampa

Nato nel 1987 a Vicenza, consegue a Padova la laurea triennale in Lettere moderne, quella magistrale in Filologia medievale e il dottorato di ricerca in Filologia romanza. Creatore nel 2009 del blog bile.ilcannocchiale.it (sospeso nel 2011 per collaborare con "Wilditaly" e citato ne "I nuovi mostri" di Oliviero Beha nell’elenco delle "associazioni che a vario titolo rientrino nell’accezione culturale di chi promuove riflessioni sullo stato del Paese”), fino a gennaio 2011 ha fatto parte della redazione della rivista online "Conaltrimezzi", dirigendo le sezioni dedicate all’attualità e al mondo universitario. REDATTORE SEZIONE INTERNI

Un pensiero su “Forza Francia

  • 20 Ottobre 2010 in 2:27 pm
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    Che poi la cosa che mi fa più ridere è questo “doveroso approfondimento in merito a richieste economiche per la Rai molto significative” visto che a San Remo,per dieci minuti di monologo ha pagato 300mila euro benigni che,per quel che si apprende,per una puntata intera avrebbe accettato la cifra proposta proprio dalla Rai di 250mila euro….

    Quindi sono solo scuse stupide…
    Guardatevi l’intervista di ieri sera di saviano al tg La7…

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