Gold – La grande truffa, Matthew McConaughey e i pericoli dell’American Dream
Era il 1993 quando venne fuori la storia dello scandalo minerario Bre-X. Cambiando nomi e personaggi, è proprio a questo evento che ci si è ispirati per Gold – La grande truffa. Trasportato tutto nel 1988, si è messa al centro dei riflettori la storia di un uomo, Kenny Wells, e del suo sogno di ricchezza, potere, successo. Un periodo ormai distante nel tempo, per una tematica tuttavia molto attuale.
Sinossi
All’inizio del film, Wells (Matthew McConaughey, Free State of Jones) è un uomo d’affari in cerca da anni di una fortuna che non arriva. Accanto a lui a sostenerlo c’è la dolce Kay (Bryce Dallas Howard, Il drago invisibile, Jurassic World). Le cose per l’uomo cominciano finalmente ad andare per il verso giusto grazie all’aiuto del geologo Michael Acosta (Edgar Ramirez). Sfruttando gli investimenti di Wells, Acosta trova infatti in Indonesia una miniera d’oro che vale una fortuna. Peccato che la nuova vita porterà a Wells sì gioia e successo ma anche difficoltà. Tra avidità, compromessi, gente pronta a fargli la pelle, si verificheranno dei colpi di scena che ne ribalteranno le convinzioni.
Lo script di Gold – La grande truffa era inserito nella Black List 2009 di Hollywood delle migliori sceneggiature non ancora prodotte. A portarlo su grande schermo dopo tutti questi anni, l’occhio del regista Stephen Gaghan (Syriana e premio Oscar per la sceneggiatura di Traffic). Un po’ avventura, un po’ dramma, un po’ thriller, Gold è fondamentalmente un film sull’American Dream. E fa del suo protagonista Kenny Wells l’incarnazione dell’anima imprenditoriale del Paese a stelle e strisce.
Dalle stalle alle stelle e viceversa
Sembra partire come un classico film d’avventura del genere “uomo alla cerca di un tesoro in paese esotico”. Ma in realtà Gold – La grande truffa cambia presto rotta e mostra di essere molto di più. Grazie anche alla perfomance convincente – anche se talvolta troppo sopra le righe – di un ingrassato e imbruttito Matthew McConaughey, osserviamo l’altalena emotiva e di vita di un personaggio che passa di continuo dalle stalle alle stelle e viceversa.
La sua è la caparbietà archetipica di chi mette tutto se stesso – dalle finanze alla fisicità – pur di perseguire il proprio obiettivo. La fascinazione della ricchezza più pura che porta al potere e ai contatti importanti. Così come, in un rovescio della medaglia, che porta all’interesse da parte di individui corrotti e dalla doppia faccia. Pronti a fare le scarpe pur di accaparrarsi una fetta più grande della torta.
Il sogno dorato di Kenny Wells racconta da una parte che volere è potere. Ma anche dei sacrifici che comporta il veder realizzati i propri desideri e che non è tutto oro quel che luccica. Si parla di ambizione e dei suoi pericoli, ma anche di amicizia e di relazioni umane.
Ad attraversare tutto il film, poi, una sottile ambiguità di fondo. Kenny Wells è il nostro narratore, è dalle sue parole che apprendiamo i fatti. Ma quella del personaggio non è una narrazione extra-diegetica, perché l’uomo sta in realtà raccontando ad altri la propria versione dei fatti. Ecco allora che nella storia si inserisce un velo mistery: cosa è successo? Kenny starà esponendo la verità o una sua versione rimaneggiata dei fatti?
Niente di nuovo
Nonostante le ambizioni un po’ alla The Wolf of Wall Street, Gold – La grande truffa non riesce tuttavia a replicarne, neppure a modo suo, potenza e ferocia narrativa. Stephen Gaghan imbastisce uno di quei classici film che intrigano più sulla carta che sullo schermo. La sensazione è con Gold siamo di fronte a un film che racconta sì un’attualità sempre bruciante, ma senza alla fine dire davvero niente di nuovo. Né in maniera particolarmente coinvolgente. Un buon “compitino” portato a termine a dovere, che però si lascia dimenticare abbastanza velocemente.
Gold – La grande truffa sarà al cinema dal 4 maggio con Eagle Pictures.
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