Insidious 3 – L’inizio: l’horror tra uno sbadiglio ed una risata
Ogni volta che si nomina Insidious, la maggioranza degli appassionati del genere sente un brivido lungo la schiena. Ogni volta che si nomina James Wan, una parte di pubblico del grande schermo ha, forse per altri motivi, un altro brivido lungo la schiena. Ogni volta che si annuncia l’uscita dell’ennesimo capitolo di una saga, si spera con rassegnazione che non avvenga il peggio.
Insidious 3 – L’inizio non delude le aspettative, in un certo senso.
L’attesissimo prequel racconta come siano andate le cose prima che la maledizione degli spiriti dell’Altrove colpissero la famiglia Lambert – in Insidious ed Insidious 2 -, presentandoci Quinn Brenner (Stefanie Scott), un’adolescente sveglia e intraprendente che va alla ricerca di Elise Rainier (Lin Shaye), una sensitiva che da qualche tempo ha smesso di mettersi in contatto con le anime dell’aldilà.
Quinn è alla disperata ricerca di un contatto con la madre venuta a mancare tempo prima, ma comincia ad essere perseguitata da uno spirito malvagio che la coinvolgerà in terribili incidenti per poterla uccidere.
Quello che proprio non convince del nuovo capitolo della saga è la piattezza della trama che rende il film molto, troppo simile ad un ennesimo teen-movie, in cui la simpatica e carina protagonista, alle prese con il ragazzo innamorato di lei, le audizioni dell’accademia teatrale, il padre burbero e un po’ assente, si trova in qualcosa più grande di lei. Per carità, non c’è niente di male nel provare a diversificare il target dei propri prodotti, ma rimane la fastidiosa sensazione di assistere ad una pellicola ruffiana, creata per spingere il pubblico nelle sale, poco importa poi del risultato.
Che tra l’altro è un vero peccato, perché le premesse ci sono: budget elevato, regista consumato (che sia un bene?), buono il cast e buone le riprese e gli effetti speciali. Solo che, se non fosse per le continue scene spaventose che giocano per lo più su suoni improvvisi e primi piani stretti, c’è il rischio reale di fare le spese dell’effetto soporifero della mancanza di spessore.
La colonna sonora è ben costruita e ci aiuta a godere delle rare scene non rovinate miseramente da dialoghi grotteschi, che inspiegabilmente disseminano i quasi 90 minuti di film, regalando più di una risata involontaria.
In definitiva, Insidious 3 ci dà la conferma che se il cinema horror sta vivendo col fiato corto ultimamente, forse bisogna ricercare le ragioni in una continua ricerca del “facile”, giocata su sequel, prequel, spin off di saghe in agonia. Ebbene, staccate loro la spina una volta per tutte.
SE QUESTO ARTICOLO TI E’ PIACIUTO, SOSTIENI WILD ITALY CON UNA DONAZIONE!