L’onore dell’Italia: Berlusconi e la magistratura

Ed ecco che si torna ai bei, vecchi, tempi: Berlusconi ad accusare e offendere giudici e magistrati, e l’Anm a indignarsi per gli insulti ricevuti.

Riporto le testuali parole del premier, da “Il Messaggero”: ”Molti pm talebani con scopi eversivi. Per fortuna la grande maggioranza dei giudici non appartengono a questa banda di magistrati talebani. Ma che questi magistrati talebani esistano, che siano molto forti e che intervengano con propositi eversivi nella vita democratica, questa è una realtà assolutamente incontrovertibile».

E non è finita qui! Infatti la sera, per concludere dignitosamente la giornata, continua definendo i pm “peggio della criminalità”.

A prescindere del fatto che sia a dir poco vergognoso l’atteggiamento che il premier ha adottato (in quanto è inconcepibile che al seguito di una sentenza a suo favore, cosa che dimostra l’imparzialità dei tribunali italiani, si osi offendere in modo così pesante degli organi cui tutti dovrebbero del rispetto, anche quando non si condividono le decisioni: questo è uno dei principi alla base della democrazia, chiaramente calpestato dal premier..), ci sarebbe da fare una considerazione a proposito del simpatico paragone tra pm e criminalità, che potrebbe farci capire in che mani è l’Italia.

Il pm (pubblico ministero) è, per definizione, quell’organo dello Stato o di altri enti pubblici che ha la funzione di esercitare l’azione penale, ovvero di prendere parte ai processi nell’INTERESSE PUBBLICO, contro i criminali.

La criminalità è ciò contro cui la giustizia combatte: è, quindi, chiaro che l’affermazione del premier non potrebbe che definirsi una contraddizione plateale!

Di conseguenza, viene da chiedersi se il premier abbia mai pensato che il vero problema nella giustizia italiana possa essere un altro: ad esempio, vengono in mente tutte quelle leggi assurde che limitano il campo d’azione dei magistrati, che liberano dei criminali già in gabbia, o che impediscono addirittura di processare e applicare le pene per tutti gli altri che agiscono liberamente mandando in rovina la società e l’economia italiane.

Certo, questa idea non può nemmeno minimamente competere con quelle del premier! Basti citare la sua intenzione di modificare l’utilizzo delle intercettazioni, o per meglio dire di stroncare uno degli strumenti che in numerosissimi processi è la sola prova contro gravissimi reati..

E poi, che dire delle affermazioni sulla sovranità popolare!? Come, lui, uomo che ha fatto per se stesso, nel totale disinteresse per la società, leggi su misura per i suoi piccoli problemini con la giustizia, può attribuire la sovranità popolare ai pm, vittime, inoltre, della sua vena offensiva? Anzi, come si osa ancora parlare di sovranità popolare in un’Italia linciata da continue e assurde proposte antidemocratiche, ipnotizzata da un’informazione che risulta difficile definire tale, ma soprattutto, soggetta a teatrini politici ai quali assiste sbigottita, stanca e disgustata!?

Per concludere, parlando di sovranità popolare, si può solo sperare che questa, citata, oggi, a sproposito, torni ad essere un principio valido e vigente nel pieno del suo significato: la democrazia stessa affonda le sue radici in questa e in altre nobili conquiste dell’uomo, che oggi sono minacciate da una serie di atteggiamenti sicuramente inaccettabili e da eliminare.

DOMENICO FILIPPELLO

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