La Cina ed il torrido agosto dei mercati finanziari

Caldo asfissiante e siccità. La fotografia tipica di una torrida estate, se non fosse per il fatto che il riferimento è a ciò che sta accadendo sui mercati finanziari mondiali, intorno ai quali si respira un’aria pesante e per i quali si corre il rischio di una crisi di liquidità imminente, in assenza di una adeguata e costante attività di ‘sostegno’.

Proviamo, come sempre, nella speranza di riuscirci e pur senza nessuna garanzia di raggiungere l’obiettivo, a tirare un po’ le fila di ciò che sta accadendo, riportando alcune delle opinioni di economisti ed esperti, che stanno alimentando il dibattito di questi giorni.

Alcuni dati

Il quadro debole dell’economia cinese ha preoccupato ed agitato i mercati, contribuendo ad innalzare ulteriormente le temperature stagionali. Le borse mondiali hanno bruciato miliardi di capitalizzazione, oltre mille nella sola Europa, sulla scorta dei timori legati alla frenata dell’economia della Cina. Crollati i corsi delle valute e dei titoli azionari, si è registrata un’impennata della volatilità, come evidenziato di seguito dal grafico della serie storica dell’indice VIX ad 1 mese. La rilevazione è relativa alla giornata di lunedì 24 u.s. ed il picco è in corrispondenza della stessa.

Altà volatilità e crisi della Cina
Fonte: http://www.bloomberg.com/

Sempre nella stessa giornata l’indice delle maggiori 50 blue-chip dell’Eurozona ha registrato una rilevante discesa. Da notare il trend che ne ha caratterizzato l’andamento del mese di Agosto (fino alla data di redazione di questo articolo, 25 agosto ndr), con la flessione che si verifica a partire dal giorno 10 (-16,37%), decisa flessione seguita da un rimbalzo (che ha contraddistinto, peraltro, quasi tutti i principali mercati nella giornata di martedì 25 agosto) del 4,71% (nella mattinata).

Indice Euro Stoxx 50
Fonte: http://www.bloomberg.com/

Di seguito l’andamento degli indici FTSE MIB (-13,76% dal 3 al 24 agosto) per l’Italia…

Indice FTSE MIB
Fonte: http://www.borsaitaliana.it/

… e il DOW Jones Industrial Average per il mercato americano (-9,89%).

Indice Dow Jones IA
Fonte: http://www.bloomberg.com/

Quest’ultimo indice rappresenta la media ponderata dei prezzi di 30 azioni blue-chip, generalmente leader nel proprio settore.

La spirale ribassista, alimentata da diffusi fenomeni di panic selling, ha trovato nella giornata di lunedì il suo culmine, almeno per il momento, giornata così negativa da venir definita il lunedì nero delle borse mondiali. Di seguito le chiusure borsistiche (lunedì 24) sulle principali piazze:

  • Shangai -8,49%
  • Piazza Affari -5,96%
  • Wall Street (con il Nasdaq) -3,82%
  • Francoforte -4,70%
  • Londra -4,67%
  • Atene -10,50%

Nella giornata di oggi (martedì 25), invece, il rimbalzo è stato pressoché generalizzato sui mercati occidentali. Chiudono in ribasso gli indici americani di Nasdaq, Dow Jones e S&P500, così come la Borsa di Tokio (-3,96% ) che nei primi due giorni della settima ha perso poco più di 8 punti percentuali e mezzo:

  • Shangai -7,63%
  • Piazza Affari +5,8%
  • Wall Street (con il Nasdaq) -0,44%
  • Francoforte +5,3%
  • Londra +3,09%
  • Atene +9,38%

Avranno certamente influito, su questi dati di chiusura, le misure monetarie adottate dalla Banca Popolare Cinese, che hanno in parte attenuato il panico diffuso sui mercati, nonché i dati relativi ad alcuni indici sulla fiducia di consumatori ed imprese: sale l’indice sulla fiducia di quelle tedesche.
Controversa, invece, l’interpretazione dei dati relativi all’indice sulla Fiducia dei Consumatori americani in crescita dell’11,54% su base mensile, assestatosi su livelli di gran lunga migliori rispetto a quelli previsti dagli analisti (101,5 contro una previsione di 92,5). Il dato non è però stato sufficiente a far chiudere Wall Strett in territorio positivo.

La svalutazioneFinanza

I fondamentali economici dicono che tanto l’export quanto la crescita interna, in Cina, sono in frenata. E mentre qualcuno ritiene che la svalutazione della moneta (yuan) sia espressione di una volontà di sostenere la ripresa delle esportazioni,
qualcuno paventa che questa decisione abbia, addirittura, già di fatto dato inizio ad una vera e propria guerra valutaria tra competitors sui mercati internazionali, pronti a fare altrettanto per non perdere quote di mercato sull’export.
Ma non è da escludere neppure che la manovra possa, in realtà, rappresentare il presupposto di ben altri scenari cari alla Cina, quale quello di volersi accreditare sui mercati internazionali con una valuta “liberamente utilizzabile” e non più rigidamente ancorata ad un tasso di cambio fissato dalla Banca Centrale Cinese (Banca Popolare Cinese – BpoC), accogliendo così anche l’invito del Fondo Monetario Internazionale di fare un passo avanti verso un “tasso di cambio più legato al mercato”.
Peraltro, pare che la stessa Banca Centrale abbia, in prospettiva, confermato a supporto delle misure già adottate, l’adozione di una maggiore flessibilità negli strumenti di politica monetaria nonché nelle politiche sul tasso di cambio. La presa d’atto di ciò da parte dei mercati avrà avuto e continuerà ad avere certamente un effetto benefico sugli stessi, per la componente di fiducia che riesce ad infondere.

Le misure adottate

La Banca Centrale Cinese dopo l’ulteriore chiusura negativa della Borsa di Shangai in rosso del 7,63%, ha deciso di adottare nuove misure di “sostegno” dei mercati finanziari, seguite a quelle degli scorsi giorni. I tassi di interesse sono stati tagliati di un quarto di punto (-0,25%), il coefficiente di riserva obbligatoria delle banche è stato ridotto ulteriormente (-0,5%), è stata effettuata una nuova iniezione di liquidità per 150 miliardi di yuan.

E’ fuor di dubbio che sia necessario il ricorso ad una massiccia politica di Quantitative Easing da parte delle autorità monetarie cinesi per evitare che la correzione (dei valori) in atto si trasformi a breve in una caduta verticale degli stessi. Già in passato, infatti, abbiamo potutto osservare come situazioni di precipitosa discesa dei valori degli assets abbiano determinato situazioni di crisi di liquidità in grado di mandare in default soggetti finanziari che hanno poi indirettamente o direttamente contagiato altre strutture anche di tipo bancario. Indispensabile è, infatti, che i soggetti finanziari coinvolti nel processo di intermediazione siano riogorosi nelle proprie politiche di assunzione dei rischi ma che siano altrettanto rigorosamente vigilati in tutte le forme con cui si presentano ai mercati.

mobiusSarà quindi indispensabile che si proceda all’immissione di liquidità attraverso l’acquisto di titoli cinesi, proprio come avviene da mesi in Europa, in questa fase. Per poi addivenire all’adozione di misure che abbiano una incidenza più strutturale sulla Cina.

Alcune considerazioni

La discesa in atto potrebbe essere considerata la prosecuzione di una correzione iniziata a giugno, eccessivamente lunga, ma quasi fisiologica. Ovviamente considerazioni come questa si contrappongono diametralmente a quelle di chi ritenga invece possibile che ci possano essere i presupposti per incappare in una nuova crisi finanziaria dalle grandi proporzioni. Stile Lehman Brothers, per intenderci.
La verità è che forse (ma quando l’articolo sarà uscito probabilmente le borse orientali saranno chiuse e quelle occidentali avranno fatto già registrare i loro valori di apertura), in questo momento nessuno sa con ragionevole certezza come i mercati globali potranno reagire domani.

Certo è che gli interventi adottati erano senza dubbio necessari, se non altro per tentare di porre un argine al fenomeno ribassista. Ma è altrettanto vero che la Cina dovrà irrimediabilmente e tempestivamente intervenire su problemi dalla connotazione strutturale, come quelli relativi al credito (crescita fuori controllo dei valori creditizi, fenomeno dello shadow banking) data l’importante funzione che esso riveste, agli investimenti (eccessivamente sbilanciati verso il settore immobiliare e verso settori tecnologicamente maturi), alla crescita della domanda interna e alla produttività in segmenti di mercato caratterizzati da forme di lavoro maggiormente qualificato e tecnologie innovative.

Non dimentichiamoci, infatti, che quanto sopra, pur denotando forse una eccessiva reazione negativa dei mercati finanziari a quella che è una tendenza in atto da alcuni mesi, altro non rappresenta che il risultato di valutazioni e previsioni negative sull’andamento contingente e futuro dell’economia del gigante cinese, i cui tassi di crescita stimati per il futuro non saranno più elevati come in passato e tenderanno ad assestari verso numeri vicini ad una media forse del 5%.

Aggiornamenti della mattinata odierna (26 agosto)

Riusciamo a fornire, in extremis, prima della pubblicazione alcuni dati circa le chiusure aggiornate delle borse asiatiche e le aperture di quelle occidentali.
Dopo un’apertura positiva, che ha contraddistinto quasi tutta la seduta, la Borsa di Shangai chiude negativamente (-1,27%). L’indice Nikkei dei maggiori 225 titoli della Borsa di Tokyo ha guadagnato il 3,20%.Negative tutte le borse europee dopo oltre un’ora di contrattazioni (di seguito i principali indici tratti da Borsa Italiana).

5.996,01 -1,40%
10.011,41 -1,15%
3.175,89 -1,31%
4.508,52 -1,23%
430,14 -1,50%
3.362,12 -0,88%
5.150,71 -1,25%

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Roberto Bramato

In qualità di Advisor presso la società di Revisione e Consulenza BDO Italia SpA (www.bdo.it), opera nell'area Governance-Risk-Internal Control. Laurea in Economia delle Istituzioni e dei Mercati Finanziari nel 2006, con una tesi in Tecnica di Borsa. Master e formazione professionale: - Intermediari Finanziari e Gestione del Risparmio (Master, Tor Vergata, 2006); - Diritto e Tecnica dell'assicurazione (Master, LIUC di Castellanza, 2011); - Credit Management (Master Executive, Il Sole 24 ORE Business School, 2014-2015). Dopo una breve esperienza in Banca Popolare Pugliese, dal 2007 e per 8 anni, fa parte del team di Milliora Finanzia Spa, intermediario finanziario di cui diventa Responsabile Operation nel 2011. Intraprende, a partire dal 2011, alcune occasionali collaborazioni in qualità di contributor con siti specializzati e riviste on line quali Diritto 24 – Il Sole 24 Ore, Compliancenet.it, DirittoBancario.it, AnalisiBanka.it, Simplibiz.net, oltre che con altri intermediari finanziari minori. Appassionato di auto, officine, restauri, inizia a collaborare con il blog di Wild Italy, alla sezione Motori, nell’ottobre 2013; partecipa al progetto di trasformazione del blog in testata giornalistica autorizzata in qualità di socio fondatore e componente del consiglio direttivo (2014). CAPOSERVIZIO ECONOMIA

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