La felicità è un sistema complesso, Mastandrea in un inno alla libertà 2.0

Provate ad immaginare di uscire da una sala di un cinema ed avere la strana e contraddittoria sensazione di non aver capito nulla del film appena visto, eppure aver capito tutto. Ecco ciò che può succedere alla fine della proiezione di La felicità è un sistema complesso.

Diretto dal già apprezzato regista di Non pensarciGianni Zanasi, la pellicola racconta la storia di Enrico Giusti, interpretato dal sempre bravissimo Valerio Mastandrea, che grazie a numerosi successi lavorativi riesce a farsi affidare uno spinosissimo affare, che segnerà un punto di svolta nella sua vita.

Enrico infatti si occupa di rilevare e togliere dalle mani di manager incapaci ed immaturi, grandi società ed imprese sull’orlo del fallimento.

L’attività che ci viene proposta da subito come una scelta catartica da parte del protagonista, lo porterà ad essere il migliore sul campo, il più abile ad empatizzare con i clienti, a capirne i sogni e le aspettative.

Nel giro di pochi giorni però la sua vita cambia totalmente e ad un tratto deve gestire contemporaneamente una bizzarra sconosciuta nella sua casa e il la-felicità-è-un-sistema-complesso1“fascicolo” più complicato e sorprendente della sua vita: si ritroverà affiancato a due orfani giovanissimi di una coppia di imprenditori che nascondono capacità inaspettate.

Il cast è monumentale, a partire dall’inossidabile Mastandrea che sembra interpretare un ruolo cucito sulla sua pelle, pieno di pathos e comicità tutta romana, per finire con i ruoli secondari di Hadas Yaron, enigmatica ed affascinante e un Giuseppe Battiston splendidamente alienato nel suo ruolo da figlio di papà che non sembra andargli per niente stretto.

La musica rispecchia perfettamente l’atmosfera a tratti onirica che il regista vuole ricreare in molte scene chiave del film e lo fa con un’aderenza all’attuale inaspettata e sorprendente. La fotografia e la scenografia sono ben calibrate ma non stupiscono, se non in alcuni punti volutamente surreali.

Quello che lascia perplessi in questa pellicola è l’inadattabile scelta di elementi surreali e fantastici, che in un certo senso sono perfetti nell’armonia della regia, ma d’altra parte sono anche infinitamente fuori luogo. Rimane il dubbio che la scelta sia volutamente stridente, ma sono certa che la storia e l’interpretazione dei personaggi sarebbero bastate per lasciare a bocca aperta lo spettatore.

La felicità è un sistema complesso ma Zanasi ci lascia con un finale arioso e spensierato, tale da farci sperare che in fondo non sia nemmeno tanto complicato raggiungerla.

La felicità è un sistema complesso sarà nelle sale italiane dal 26 novembre, distribuito dalla BIM

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Giorgia Roselli

Studentessa di Medicina a Tor Vergata, unisce all'amore per la Scienza, quello per l'Arte. Fin da piccola ama la letteratura, la poesia, le arti visive ed il cinema, fornendo con piacere il suo parere da appassionata su questi temi. COLLABORATRICE SEZIONE CINEMA

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