La Grecia combatte la crisi con il fotovoltaico, e noi?
Nell’ambito del Decreto Bersani del marzo ’99 nacque la possibilità di vendere l’energia prodotta in casa propria mediante fonti rinnovabili, ad Enel, il quale avrebbe dovuto pagare i privati con cifre ben superiori al normale costo d’acquisto. Il tutto per incentivare il prolificare delle “green power”, fotovoltaico in testa.
In questi anni Enel non ha mai pensato di ridurre il proprio profitto e, nel momento in cui il disavanzo tra chi aveva l’impianto e chi no è notevolmente diminuito, sono magicamente aumentate le bollette! La conseguenza è stata che una fetta sempre più considerevole di popolazione ha installato l’impianto per la produzione di energia solare.
Quando l’aumento in bolletta stava per superare gli “standard” di decenza si è passati al taglio degli incentivi garantiti a chi investiva sul fotovoltaico: l’insurrezione è stata immediata.
Mentre l’Italia si batte per mantenere quello che pare ormai essere considerato uno “stato di diritto”, il governo greco si rimbocca le mani ed investe nel piano “Helios”, che punta ad una crescita esponenziale della produzione di energia solare entro il 2020 (dai 206 MW odierni a 2,2 GW), mediante l’installazione di impianti specifici.
Il ministro dell’energia George Papaconstantinou, intervistato da Reuters, spiega che l’obiettivo è quello di attrarre investitori esteri, Germania in testa, poichè la Grecia gode di << 300 giorni di sole l’anno, un irraggiamento che è quasi il 50% in più rispetto a quello tedesco >>, (leader mondiale del settore, ndr). Il ministro tende anche a sottolineare come il progetto Helios porterebbe << vantaggi tecnologici, economici e politici per l’intera Europa >>, proprio grazie all’esportazione di energia pulita nell’Europa occidentale.
L’obiettivo greco è sostenuto anche dal fatto che l’annunciata chiusura degli impianti nucleari tedeschi prospetterebbe una parziale mancanza di energia, come sottolineato dal cancelliere tedesco, Angela Merkel, che ha definito l’iniziativa una “buona opportunità”.
La Grecia insegna anche come riutilizzare territori demaniali inutilizzati, come cave dismesse o basi militari (di cui è piena la mia regione); saranno questi i siti in cui verranno realizzati i nuovi impianti fotovoltaici.
PIETRO CANCIAN
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Si, ma dalla Grecia ci si aspettava ben altro dalla fusione fredda, non dal fotovoltaico 🙁
Per quel poco che ne so era diventata una “telenovela”, come definito da Green Style. L’unico motivo per cui il progetto non è andato in porto è stato la rottura dell’intesa tra l’azienda che avrebbe dovuto curarne la realizzazione e l’architetto responsabile .. Rossi?