La nuova maggioranza politica che governa il paese
di Livio Pepino *
Una nuova maggioranza politica, diversa da quella promessa (da entrambe le parti) nelle elezioni del 2013, governa di fatto il Paese e si appresta a cambiare il sistema istituzionale e ad eleggere il nuovo presidente della Repubblica. Intanto la crisi economica, lungi dal migliorare, è sempre più devastante e ad essa si accompagna un degrado morale e istituzionale senza precedenti. Ogni scandalo sembra peggiore di quello che è venuto prima. Sono stati “sdoganati” comportamenti che scardinano il lavoro pedagogico di generazioni. Si è persino sancita l’ammissibilità della compravendita dei corpi e delle menti, della corruzione e dell’evasione fiscale, dell’ostentazione del privilegio, della menzogna sistematica e della falsificazione dei fatti.
A fronte di ciò la politica tace o si esibisce nella fiera delle banalità, come l’affermazione che «i ladri vanno cacciati a pedate dai loro incarichi», accompagnata dalla precisazione che si tratta sempre di «responsabilità di singoli». Come se la corruzione e il malaffare nella gestione della cosa pubblica non proseguissero e si intensificassero da decenni equamente distribuiti nell’intero arco politico, nonostante i periodici interventi giudiziari, a dimostrazione che la corruzione non è nel sistema ma del sistema. Il malcostume politico, poi, è regola, come dimostra da ultimo lo spettacolo (a dir poco squallido) delle primarie del Pd per le elezioni regionali in Liguria.
L’esito di tutto questo è evidente e così le sue conseguenze sul sistema istituzionale. Vota, ormai, meno della metà degli aventi diritto: per le recenti elezioni regionali ha votato il 37,6 per cento dei potenziali elettori in Emilia Romagna e il 44 per cento in Calabria. Per di più, secondo gli analisti, la metà dei votanti esprime un voto di protesta quando non, addirittura, di scherno. Ci hanno insegnato che la democrazia è il governo di tutti o, quantomeno, dei più. Oggi essa, pur non avendo cambiato nome, è diventata il governo dei meno e, dunque, è l’antitesi del modello cui si ispira. La crisi politica è, dunque, profonda e attiene le basi stesse della rappresentanza e della convivenza. Ma la politica, anziché dolersene e cercare rimedi appropriati, se ne rallegra al punto che la legge elettorale prossima ventura apre, nei fatti, la strada della maggioranza assoluta in Parlamento a chi ha il consenso di un cittadino su cinque.
Da una crisi di queste dimensioni non si esce senza una straordinaria quantità di energia politica e sociale. Senza uno scatto, anzitutto, etico e culturale. Invece, ci tocca assistere, come in un grottesco gioco di prestigio, all’assemblaggio delle forze politiche ed economiche che quella crisi (economica, sociale, etica, politica) hanno provocato presentato come rinnovamento epocale. Ma alcune facce (semi)nuove e una diversa modalità della comunicazione non bastano a cambiare la sostanza. L’abbraccio solo apparentemente innaturale delle nuove “larghe intese” è il suggello di un pensiero unico che emargina ogni posizione critica e produce gesti e parole indistinguibili: nell’ossequio acritico all’Europa dei mercati, nel mantenere e incrementare le diseguaglianze, nel tentativo di esorcizzare il conflitto sociale, nel disegno di stravolgere la Costituzione.
Questa situazione è chiara da tempo e produce, con la disaffezione, una indignazione diffusa, ma – sino ad oggi – non si sono trovati interpreti e soggetti capaci di raccoglierla e di aprire strade per modificare la realtà. La speranza è che le elezioni di domenica prossima in Grecia mostrino, ai cittadini e a quel che resta della sinistra del Paese, che una via d’uscita è possibile. Voltando pagina e smettendo di dedicarsi al piccolo cabotaggio.
* magistrato, dal 2006 al 2010 è stato membro del CSM. In passato ha ricoperto i ruoli di consigliere di Cassazione, sostituto procuratore generale a Torino e presidente di Magistratura Democratica. È co-direttore di Narcomafie .
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io ho votato pd perchè il programma prevedeva ESPLICITAMENTE che sarebbe stata evitata ogni collusione con berlusconi.
Essendoci ora un segretario, non letetto da alcuno di noi, che stravolge le promesse fattemi, non mi riconoscco in questa gerarchia e mi sento TRUFFATO!
Ovviamente questi loschi figuri non avranno più la mia fiducia e sarà mia cura allargare questo pensiero a più persone possibili.