La prima indagine sul renzismo: “L’intoccabile. Matteo Renzi: la vera storia”
Video intervista a Davide Vecchi (a cura di Matteo Marini)
«Abbiamo intitolato il libro L’intoccabile perché, col caso Renzi, si acuisce la difficoltà in Italia di avere dei giornali con editori puri»: così Davide Vecchi, autore del primo saggio d’inchiesta sull’attuale Premier, ha motivato il titolo della sua opera durante l’intervista esclusiva rilasciata a Wild Italy. Il libro svela in effetti molti retroscena sul “caso Matteo Renzi”, tutti degni di approfondimento; tuttavia, ieri come oggi, sono in pochi a parlarne, quasi che sul tema esista una consegna del silenzio. La spiegazione fornita da Vecchi conferma questa impressione: «È evidente che ci sono dei fulcri economici di potere che proteggono, o che comunque tutelano, o forse magari aspettano di vedere cosa Renzi effettivamente riesce a fare».
L’intoccabile ha soprattutto il merito di cercare di far luce proprio su chi opera nell’ombra dietro al “fenomeno Renzi”, organizzandosi in due parti. La prima presenta i suoi «padrini», ovvero lo zio, Nicola Bovoli, il plenipotenziario berlusconiano in Toscana, Denis Verdini, e il lobbista Marco Carrai. Le prime due figure permettono di retrodatare i contatti fra Renzi e il mondo berlusconiano a prima dell’ufficializzazione sancita dal famigerato «Patto del Nazareno». Bovoli allacciò molteplici legami con le imprese dell’ex Cavaliere che, tra le altre cose, permisero al giovane Matteo di partecipare a La ruota della Fortuna di Mike Bongiorno. Verdini, oltre a propiziare nel 2005 il primo incontro politico fra Renzi e Berlusconi, partecipò alla stesura del documento Rosa tricolore, un progetto per vincere le elezioni 2013 da lui commissionato: in questo, pubblicato nell’appendice del libro e già svelato nel 2012 da L’Espresso, si individuò nell’allora Sindaco di Firenze l’unico candidato Premier che potesse consentire la vittoria del Centrodestra.
Il terzo «padrino», Marco Carrai, rappresenta la chiave di volta dell’irresistibile ascesa politica di Renzi, oggetto della seconda parte del libro. Il colloquio con l’imprenditore ha permesso all’autore di ricostruire il sistema di finanziamento che ha foraggiato – e continua a foraggiare – la galassia renziana: dominus delle diverse associazioni create per lanciare la carriera di Matteo a livello nazionale, Carrai, amico di Renzi dal 1996, è il procacciatore delle singole donazioni volontarie raccolte dalle stesse società. La partecipazione di alcuni dei finanziatori dichiarati al recente matrimonio del fund raiser renziano mette in rilievo una delle linee guida di quello che potremmo definire il «sistema Renzi», ossia la commistione tra le conoscenze personali e gli interessi politici.
In questa prospettiva, accanto a queste particolari raccolte fondi (quelle delle cene da mille euro a commensale), Vecchi analizza alcune delle società pubbliche create da Renzi mentre era alla guida prima della Provincia e poi del Comune di Firenze, su tutte la Florence Multimedia e il Museo dei ragazzi. Nate con l’intento di promuovere le iniziative dei singoli enti, queste società – dirette sempre dai suoi fedelissimi, come lo stesso Carrai – sono diventate via via i principali strumenti che hanno permesso a Renzi di intraprendere, a partire dal suo incarico provinciale e fino alla conclusione del suo quinquennio da sindaco, una vera e propria campagna elettorale permanente: dall’ambito locale, esse lo hanno proiettato in quello nazionale attraverso il loro progressivo ampliamento delle competenze e il conseguente aumento della sua visibilità, certificato dall’incremento delle dichiarazioni pubbliche e dalle missioni, nazionali e internazionali, sponsorizzate e coperte dagli stessi enti.
Rispetto alla creazione e alla gestione di queste società, il libro mette in evidenza anche l’interessamento del Ministero dell’Economia e della Corte dei Conti che, in indagini successive al termine degli incarichi toscani di Renzi, hanno contestato la legittimità delle funzioni, delle spese sostenute per le singole assunzioni e di alcune delle missioni, ipotizzando a più riprese un danno per le casse dello Stato ancora oggi oggetto di verifica. Se si continua a seguire il racconto di Vecchi, questo dato assume una certa rilevanza: esso viene messo in rapporto con le lettere con cui, nel 2012, Pier Luigi Vigna e Claudio Fantoni hanno motivato di fronte a Renzi le proprie dimissioni da – rispettivamente – consulente alla sicurezza e da assessore al Bilancio del Comune di Firenze. Senza troppi giri di parole, entrambi lo hanno accusato di aver usato la città per lanciarsi nella scena politica nazionale.
Rispetto a queste critiche, il quadro tracciato da L’intoccabile nella prima parte e nei continui excursus sui singoli pilastri del renzismo permette di arrivare a un primo punto fermo. La vulgata rappresentata dall’ambizione del rottamatore Matteo rappresenta solo una delle moltissime componenti che può spiegare le basi su cui l’ascesa renziana si è potuta basare. Vecchi ha dimostrato come risulti centrale soprattutto la fitta rete di relazioni su cui è stato fondato il «sistema Renzi»: l’attuale Premier, in questa prospettiva, sembra solo un burattino.