Essere scrittori oggi: intervista a Luisa Di Maso
Cosa significa oggi essere scrittori? Una domanda forse quasi scontata e banale per molti ma non per Luisa Di Maso, presidentessa dell’associazione M.A.R.E.L., nonché scrittrice di teatro e narrativa per ragazzi, autrice dello spettacolo teatrale “Amaranto… Inatteso, sorprendente amore!”.
La più classica delle domande… Quando e perché ha cominciato a scrivere?
Scrivo da sempre, sicuramente fin da quando ero ragazzina. Inoltre appartengo a una famiglia di scrittori. Ho sempre prodotto per l’infanzia e proprio in questo settore arriva il vero e proprio esordio, che è stato nel 2007 con “La gioia della famiglia allargata”, opera che tratta l’argomento delicato della separazione dei genitori. Poi sono venuti altri libri per ragazzi.
E’ stata dura affermarsi come scrittrice in Italia?
In realtà è stato abbastanza “semplice”, tra virgolette. Ho avuto un contatto diretto con la casa editrice per “La gioia della famiglia allargata”, che mi ha risposto dopo 4-5 mesi, quando ormai avevo archiviato il progetto. Invece mi hanno proposto una collaborazione, e da lì mi sono mossa per altre case editrici.
Con “Amaranto… Inatteso, sorprendente amore!” tuttavia cambia genere. Come mai ha scelto proprio il teatro?
Il passaggio è stato naturale. Già cinque anni fa mi ero dedicata a questo lavoro, in origine era solo “Amaranto” e volevo farne un romanzo ma poi i dialoghi, come amo dire, “hanno avuto la meglio”. Determinante è stato l’incontro con Ilenia Costanza, autrice e regista di grande professionalità, cui ho affidato il copione iniziale. Lei ha rimaneggiato il testo e l’ha fatto diventare grandioso, producendo anche delle canzoni. Importanti per me sono stati il supporto di Luisella Frigerio e Giancarlo Guarino, nonché la collaborazione con il produttore cinematografico Andrea Iervolino e la già citata Ilenia Costanza.
Qualcosa proprio riguardo “Amaranto…. Inatteso, sorprendente amore!”?
Nasce in modo molto semplice, dall’esigenza di trattare un argomento un po’ tabù in Italia e che non viene molto sviluppato: L’amore tra due donne. Questo viene però affrontato in modo normale, semplice e, soprattutto, senza drammaticità. Da un antefatto si passa a degli eventi che sconvolgono e distruggono le certezze della protagonista, Federica, avvocatessa trentenne e prossima al matrimonio.
Il messaggio è profondo e concreto e tratta tematiche di attualità come la precarietà e la volontà di apparire, ma lo fa con il sorriso, con ironia.
Quale altro lavoro precedente è stato importante nella sua carriera?
Sicuramente il mio primo lavoro, “La gioia della famiglia allargata”, ma anche “Il sogno di Cadì”. Quest’ultimo è una fiaba per bambini in cui si parla della diversità ma trattandola sempre con normalità e leggerezza.
Ha qualche progetto per il futuro?
“Amaranto” mi ha davvero caricata. Sto lavorando a una nuova opera teatrale sempre su temi difficili e profondi, penso si intitolerà: “Camera con Svista”. E poi altri progetti sempre legati all’infanzia.
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