Mafia Capitale, dubbi su Bettini: come poteva non sapere?

L‘indagine “Mondo di Mezzo” continua a mietere vittime. Dopo gli iniziali trentasette arresti, che hanno visto cadere esponenti politici di destra e di sinistra, sono proseguite le indagini. Ne è uscito fuori un sistema mafioso ben radicato sul territorio, tanto da coinvolgere nel malaffare anche la Marina Militare, come le ultime notizie ci informano.

Ma Mafia Capitale lascia allibiti perché ad essere coinvolta è una classe politica nata e cresciuta tra le strade e i palazzi romani. Facce note a Roma, come i due estremisti, il primo di destra, il secondo di sinistra, Carminati e Buzzi, scesi in campo negli anni ’70, quando la lotta politica si faceva a colpi di pistola, e adesso uniti nel medesimo sodalizio criminale. Non sono i soli, ad essere coinvolti anche l’ex sindaco Gianni Alemanno, l’ex presidente dell’Assemblea capitolina Mirko Coratti, gli ex Nar Fabio Gaudenzi e Riccardo Mancini, l’ex capo di gabinetto della giunta Veltroni Luca Odevaine, tutti romani, tutti veterani della politica capitolina (vedi i nomi di tutte le persone coinvolte).

E’ chiaro, quindi, che il sodalizio criminale riguardi Roma e chi, a dispetto di ogni ideologia, è ben radicato nei gangli politici della città. Per questi motivi appare credibile l’estraneità del genovese Ignazio Marino, per il momento non coinvolto nelle indagini.

IL RUOLO DI BETTINI. 

Detto ciò sembra dunque lecito domandarsi quale sia il ruolo di altri personaggi, che per anni sono stati dietro le quinte della politica romana. In particolare a sembrare ad alcuni sospetta è la figura di Goffredo Bettini, politico romano dal lontano 1977, quando venne eletto segretario romano della FGCI.

La domanda se l’è posta Gasparri, chiamandolo “puparo della politica romana”, ma non sembra essere stato l’unico a interrogarsi riguardo alla posizione dell’europarlamentare rispetto alle vicende Mondo di Mezzo.

Il primo ad interrogare Bettini al riguardo è stato il giornalista del Corriere della Sera, Aldo Cazzullo. In un’intervista uscita lo scorso 12 dicembre, alla domanda: «Davvero non poteva immaginare?», Bettini risponde «No. Qui è diventato impossibile fare politica. Si crocifigge Micaela Campana per un sms in cui chiama Buzzi “capo”; ma sono cose che si fanno, anche se a me non piacciono, era il modo per gratificare un compagno che si riteneva importante. Rivendico che nessuno potesse immaginare, ad esempio, che Odevaine avesse una doppia vita. Parliamo di persone abilissime nel camuffarsi. Odevaine aveva persino cambiato cognome. Si è scoperto perché gli è stato negato il visto per gli Usa a causa di una condanna per droga».

Eppure Bettini politica a Roma l’ha fatta almeno fino alle elezioni amministrative 2013. E’ noto a tutti la sua partecipazione alla discesa in campo dell’attuale sindaco di Roma Ignazio Marino, come ricorda lo stesso Travaglio in un editoriale uscito su l’Espresso. Partecipazione che in vari frangenti è stata però negata da Bettini.

Per il momento le indagini non hanno rivelato nessun coinvolgimento dell’europarlamentare, ma continua ad essere lecito domandarsi come, un veterano della politica romana come lui, non sia riuscito a vedere l’ingombrante “cupola” che da anni era scesa tra gli appalti e le poltrone della Capitale.

Diana Romersi

Laureata in Lettere presso l'Università degli studi di Roma Tre, videoreporter e redattrice dell'agenzia giornalistica Meridiana Notizie. È redattrice di Roma che verrà. COLLABORATRICE SEZIONE VIDEO.

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