Migranti, Oim: “Nel 2017 morti in 3mila nel Mediterraneo”
Meno sbarchi sulle coste del nostro paese e meno migranti deceduti nel Mar Mediterraneo nella speranza di raggiungere l’Europa. La situazione rimane comunque allarmante. Queste le conclusioni diffuse dall’OIM (Organizzazione Internazionale per le Migrazioni) nel novembre scorso.
“Sono oltre 3.000 – spiega l’Organizzazione – i migranti e rifugiati che nel 2017 hanno perso la vita nel tentativo di attraversare il Mediterraneo dall’inizio del 2017 […] È il quarto anno consecutivo che questo numero viene raggiunto, secondo i calcoli del Progetto Missing Migrants. Dalla tragedia di Lampedusa dell’ottobre 2013 i migranti morti nel Mediterraneo sono stati oltre 15.000“.
Il numero riportato, però, come si diceva è inferiore rispetto agli anni passati. Sempre l’Oim, infatti, illustra come – dal 2014 – ci sia stata una diminuzione, seppur non consistente. Dai 3.283 del 2014, ai 3.785 del 2015 per poi schizzare a 5.413 del 2016. Nei calcoli sono compresi i decessi in mare e nell’ultimo tratto della rotta verso la costa nordafricana. Non sono inclusi i decessi nei campi profughi.
LE ROTTE DOVE SI MUORE DI PIU’
Nei primi 11 mesi del 2017 la rotta verso l’Italia che ha fatto segnare il numero di morti maggiore è la Central Mediterranean che parte dalla Libia e punta verso la Sicilia, Lampedusa e Malta. I numeri parlano chiaro: 2.803 vittime, cioè 255 al mese. Nel 2017 erano 4.207 .
Le altre rotte del Mediterraneo sono quelle che conducono in Grecia e a Cipro (l’Orientale) e in Spagna (l’Occidentale). Per quanto riguarda la penisola iberica nel 2017 i migranti che hanno perso la vita – come si evince dal grafico – sono stati 169 contro i 121 del 2016. Su Grecia e Cipro siamo a 61 (una media di 9 al mese) contro i 429 di un anno fa.
CALANO GLI SBARCHI IN ITALIA
Arriviamo infine agli sbarchi che, nel nostro paese, hanno registrato nel nostro paese – negli ultimi 11 mesi – 54.438 arrivi in meno (116.632 contro 171.070).
“L’abbiamo ripetuto per gli ultimi quattro anni e continuiamo a dirlo: non basta più contare semplicemente queste tragiche statistiche, bisogna anche agire”, ha affermato William Lacy Swing, Direttore Generale dell’OIM. La strada, quindi, è sicuramente ancora lunga.
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