Mòn, le affascinanti geometrie oniriche di Guadalupe

Mòn, un grande ritorno sulle scene con Guadalupe

 

I Mòn tornano sulla scena con Guadalupe, uscito a due anni dal precedente Zama.

Sin da subito Guadalupe porta in scena un pop sognante dalle sfumature elettroniche e “caraibiche”; un sound onirico, ricco di ispirazioni e fatto di delicata ricercatezza sonora e concettuale.

Un disco che affascina sicuramente, i Mòn sono una di quelle band ammalianti, in grado di tenere incollato alle casse anche l’ascoltatore più distratto. Molto bene.

Guadalupe, un sound inedito fatto di colori e suggestioni.

La cosa bella di Guadalupe è questo sound inedito, in grado di coniugare questa vena indie di base a diverse altre sfumature sonore: da una parte troviamo i ritmi incalzanti e irresistibili di brani come Mantis, che apre il disco, oppure di Calypso o Water the Plants.

Ritmiche frenetiche mischiate a un sound onirico, a tratti orchestrale, che riesce a trasportare l’ascoltatore in un mondo “solare”, armonico e simmetrico, dove l’anima caraibica riesce a mescolarsi al sogno, dando vita a un caleidoscopio di suoni, colori e movimenti incredibili.

Il mondo onirico, quello sognante, viene a galla ancor più prepotente in brani come When I was a child I was afraid of the sea, Moth, Laurel o Green Silk Coth.

In questi brani i Mòn riescono a costruire un sound più intimo e a giocare su atmosfere e suggestioni intense e corpose, in grado di “ipnotizzare” l’ascoltatore per trasportarlo in un viaggio sonoro affascinante, turbinoso ed emozionale.

Guadalupe è un viaggio sonoro tra una realtà e un’altra, tra un mondo fatto di sogni e di atmosfere a uno più “tangibile” fatto di ritmica, movimento e sonorità esotiche.

Crowns è probabilmente uno dei brani migliori del disco. Magistrale il gioco a delle voci che apre a un mix di ispirazioni che vanno dal jazz al rock elettronico. Un gran brano che resta, forse, il punto più alto della sperimentazione sonora e concettuale dei Mòn e, sicuramente, il manifesto della voglia di andare oltre e di stupire l’ascoltatore.

Un percorso artistico coerente e affascinante.

Guadalupe è un disco maturo, coerente ed affascinante, uno di quei dischi in grado di trasportare l’ascoltatore in un percorso artistico fatto di immagini e di musica, di silenzi e di “flash” sonori a volte intimi e a volte ritmici, ma comunque sempre legati a quel mondo onirico che smuove la fantasia dell’ascoltatore e lo fa vagare tra le pieghe di questo viaggio morbido offertoci dai Mòn.

Un disco magico e concreto allo stesso tempo, dove le parole d’ordine sono atmosfera e ricercatezza, ingredienti fondamentali di questo “composto” eclettico e dalle mille sfaccettature.

Sicuramente i Mòn sono una di quelle realtà musicali interessanti che meritano di far parte del panorama musicale italiano e, anzi, di plasmarlo con il loro stile, con la loro personalità e le loro dinamiche sonore e concettuali.

Guadalupe è un disco che merita di essere ascoltato perché è un lavoro in grado di ammaliare come pochi altri dischi e perché nelle sue 10 tracce c’è una genuinità e un carattere che difficilmente troverete in altri lavori italiani e non.

Musica, parole e suggestioni, Guadalupe è un disco ricco di contenuti e di bellezza; è un lavoro “geometrico” e avvolgente che, senza ombra di dubbio, può regalare circa quaranta minuti di emozioni violente e molte ispirazioni.

Un disco da ascoltare assolutamente.

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Mirco Calvano

La musica è la mia passione: sul palco dietro una batteria e sotto al palco in un mare sterminato di dischi. Laureato in Letteratura, Musica e Spettacolo e in Editoria e Scrittura a La Sapienza di Roma, passo il mio tempo tra fogli bianchi, gatti e bacchette spezzate. CAPOSERVIZIO MUSICA

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