Goodbye, Craig Sager!
Michael Jordan, Magic Johnson, Shaquille O’Neal, Kobe Bryant e LeBron James. Cosa hanno in comune queste leggende NBA oltre al talento? Sono state tutte intervistate da Craig Sager, uno dei giornalisti più famosi e importanti del campionato americano. Scomparso da poco, dopo una dura lotta contro la leucemia e il cancro, Craig Sager era stimato e amato dall’intero mondo cestistico. Ma chi era veramente e come è stata la sua lunga carriera?
La carriera professionistica
Dopo essersi laureato alla Northwestern University nel 1973, Sager inizia la sua carriera come reporter per un canale locale chiamato WXLT (ora WWSB) a Sarasota, Florida. Nel 1978 entra a far parte del canale KMBC in Kansas dove rimarrà fino al 1981. Il giovane reporter verrà ricordato, durante questi anni, con l’espressione “one-man crew” ovvero il giornalista che intervistava i giocatori autonomamente, senza l’aiuto del cameraman. Nello stesso anno si unisce definitivamente alla rete CNN dove diventa il co-conduttore del programma CNN Sports Tonight. Passa poco tempo e Craig, dopo aver lavorato molto nel football americano, incomincia ad entrare nel mondo NBA, nello specifico con gli Atlanta Hawks. Nel mondo a spicchi, però, diventa famoso per via del suo lavoro alla trasmissione sportiva NBA on TNT dove calcava i campi da gioco facendo il reporter a bordo campo.
La malattia
Nel 2014 a Sager fu diagnosticata la leucemia che lo costrinse subito a saltare tutte le gare dei playoff. Dopo aver subito un trapianto di midollo osseo, Craig Sager torna in campo. Non la dà vinta alla malattia e decide di riprendere il suo lavoro. Il 5 marzo del 2015 va a bordocampo e saluta tutti durante il match tra Chicago Bulls e Oklahoma City Thunder dove viene accolto con affetto da tutti, giocatori e addetti ai lavori. Un anno dopo, purtroppo, i medici annunciano che la leucemia era tornata e che il tempo di vita, senza trattamento, sarebbe stato dai tre ai sei mesi. Nonostante tutto, Craig continua a lavorare per alcuni mesi, coprendo prima le finali NCAA, poi i playoff NBA e per ultimo anche una partita della finale tra Golden State Warriors e Cleveland Cavaliers (per la prima volta nella sua carriera). Lo scorso 15 dicembre, Sager è costretto ad arrendersi.
Amico di tutti
Nessuno e sottolineo nessuno in NBA odiava o criticava Craig Sager. Anzi, era amato da tutti: colleghi, addetti ai lavori e giocatori. In prima linea c’erano Charles Barkley e Shaquille O’Neal, colleghi dell’amato giornalista. Subito dopo, gli allenatori, come Kerr e Popovich commossi dall’addio prematuro a Craig. Per chiudere il cerchio, tutti i giocatori della lega più famosa del mondo, che hanno subito speso un loro personale pensiero sui social. All’età di 65 anni lascia al mondo sportivo un esempio concreto di stravaganza (con i suoi abiti), di professionalità e di simpatia, quella che lui stesso ha trasmesso a tutti spontaneamente.
We are forever #SagerStrong pic.twitter.com/t9C3x6znkb
— NBA on TNT (@NBAonTNT) 15 dicembre 2016
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