Nietzsche, beccati questo
Il Grande Fratello come McDonald’s. La televisione fast food è l’ultima frontiera della polemica santoriana. A quanti di noi – chiede il conduttore – è capitato di recarsi in ristoranti di lusso, con il mètre che consiglia piatti da nomi imbarazzanti, il sommelier che accosta bianchi, rosati e frizzantini; Livree che sfilano e decine di occhi indiscreti che attendono un errore per lanciarsi in critiche ed edotte nozioni di galateo? Quasi è frustrante. Serviti e riveriti ci si sente ospiti, non si sa come comportarsi. Si teme di essere fuori luogo, inadatti, cafoni.
Il McDonald’s è diverso, più facile. Entri, scegli il tuo panino numero cinque, la tua Coca Cola. Niente domande, solo qualche risposta.” Ketchup?”, “No, grazie”. Prendi il tuo vassoio, cerchi un posto, mangi e poi pensi a riordinare. Paradossalmente è più faticoso, richiede più impegno, ma è facile e meno dispendioso.
Televisione, idem. Ci sono prodotti più raffinati e gustosi che esigono maggiore attenzione. Colpiscono le papille della ragione, dell’opinione. Pongono questioni che fanno riflettere, una fatica intellettuale che l’italiano medio sente di poter mancare.
D’opposto, una selva di format e talk show con tanto di babbuini e fenomeni da baraccone. Reality Show, “spaccati di una società costantemente in evoluzione”, dicono. Niente domande, niente opinioni. Qualche figurina, un omosessuale (di recente vanno anche i vecchi) e due o tre bonazze che mai guastano. E’ facile, però più dispendioso.
Santoro li ha definiti “coglioni”; Votano e spendono, s’invaghiscono di un personaggio e, immolando il patrimonio, sostengono l’idolo del momento con preghiere-sms. Sono gli italiani. Non tutti, s’intende; piuttosto una nutrita maggioranza. Peccatori d’accidia, prediligono la pappetta del format allo stimolo dell’ intrattenimento d’élite .Meglio inviare roboticamente un sms piuttosto che soffermarsi e riflettere su un opinione.
E’ il telemensch di Berlusconi. Un individuo acritico ed estremamente recettivo. Il prodotto d’ un lavoro decennale di mistificazione della realtà. La creazione di un’a-moralità comune, una coscienza collettiva distorta. Il superamento dell’uomo in vista di qualcosa di diverso. Un tele-uomo, appunto. Colui che preferisce farcire le arterie di anglosassone colesterolo, piuttosto che addolcire il palato con ostriche e Champagne.
C’è però qualcosa che impone di rifiutare tutto ciò. Una specie di bisogno pulsante, una fame di idee, giudizi, opinioni. E’ la libertà intellettuale. Chi ne è dotato sente di dover colmare dei buchi, svolgere un ruolo; la necessità di porgere rispetto prima di tutto a se stesso. Vivere sempre a cinque stelle. Ma ricordando che un panino, ogni tanto, ci può stare.
MARCELLO FADDA
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