Omocausto: i numeri di uno sterminio dimenticato

175E’ il numero del paragrafo per cui migliaia e migliaia di persone omosessuali nella Germania nazista subirono arresti, punizioni, deportazioni nei campi di concentramento. Il paragrafo 175 era un articolo del codice penale tedesco risalente al 1871. Nel 1935, con l’ascesa al potere dei nazisti, venne inasprito, prevedendo una punizione per qualsiasi “atto osceno” tra due uomini, incluse anche solamente le “fantasie omosessuali”. Le pene vennero inoltre raddoppiate, bent_olocausto_clip_image002_0000passando da 5 a 10 anni di incarcerazione. Dopo la sconfitta della Germania nella seconda guerra mondiale, il paragrafo non venne abrogato. Ritornato alla vecchia versione nella Germania Est di influenza sovietica, per poi essere ulteriormente ridimensionato nel 1968 e abolito nel 1988, rimarrà in vigore nella Germania Ovest fino al 1994, per essere abolito con la riunificazione delle due Germanie. Nel 2000 il governo tedesco chiese pubblicamente scusa agli omosessuali per quanto subito a causa del paragrafo 175.

48.000Il numero di iscritti di Wissenschaftlich – humanitäres Komitee (Comitato scientifico umanitario), una vera e propria associazione gay che aveva come obbiettivo l’abrogazione del paragrafo 175. Il dato fa riferimento al 1933, anno di affermazione del nazismo. Fu fondato nel 1897 da Magnus Hirschfeld, medico omosessuale insieme ad altri attivisti gay. Con ben 25 sedi distaccate in diverse città tedesche il Comitato rappresenta il primo movimento di liberazione omosessuale della storia. Durante gli anni ’30 ciò fa immaginare una Berlino all’avanguardia, con diversi locali gay, inimmaginabile per quell’epoca. Hitler mise fuori legge le associazioni gay tedesche, facendo iniziare i terribili anni di arresti e internamenti nei campi di concentramento.

1936L’anno del triangolo rosa. Già dal 1933 iniziarono le prime deportazioni di persone omosessuali nei campi di concentramento e presto verranno indicati con un triangolo rosa, colore poco virile e offensivo, oggi rivendicato e simbolo del movimento gay. Venne istituito un vero e proprio reparto per combattere l’omosessualità. Una volta raccolte le “liste rosa“, le persone venivano identificate e punite. A esserne vittima sarà anche Ernst Röhm, rivale della sinistra nazista di Hitler notoriamente omosessuale. Ciò fece in modo che Hitler parlasse apertamente di “congiura omosessuale”, la quale avrebbe minato le fondamenta dell’Impero tedesco.

100.000. Il numero di persone arrestate per violazione del paragrafo 175 in Germania dal 1933 al 1945. Di queste un numero di persone tra le 10.000 e le 15.000 furono internate nei campi di concentramento, dove morirono tra le 6.000 e le 9.000 persone. Il tasso di mortalità delle persone omosessuali nei campi di concentramento è tra i più alti tra le varie categorie di deportati. Questo perché le persone marchiate con il triangolo rosa furono sottoposte a particolari torture fisiche o a lavori particolarmente duri. Gli omosessuali, spesso usati come cavie per esperimenti medici, scesero all’ultimo posto della considerazione tra i vari “triangoli”. Inoltre, una volta usciti dai campi di concentramento, a differenza di altri prigionieri, per i prigionieri gay non si aprì una fase di liberazione. Come già specificato il Paragrafo 175 rimarrà in vigore per decenni. Molti sopravvissuti non raccontarono e non hanno mai raccontato ciò che era accaduto, per pudore e per paura di essere giudicati. Solo intorno al 2000 alcune di queste persone decisero di raccontare tutto ciò: ne è un ottimo esempio il film Paragraph 175.

5. Il numero di casi di lesbiche deportate di cui si ha esplicita notizia. In realtà le donne omosessuali che finirono nei campi di concentramento sono molte di più. In diversi campi c’erano porzioni numerose di deportate lesbiche. L’omosessualità femminile non veniva punita dal Paragrafo 175, questo anche perché la donna era considerata inferiore all’uomo e non necessitava di una punizione della virilità. Marchiate con il triangolo nero, categoria degli “asociali” dove l’essere lesbica costituiva un aggravante, subirono anch’esse tentativi di rieducazione, esperimenti, violenze sessuali o furono costrette a prostituirsi. Nel campo di Flossenburg le detenute lesbiche erano costrette a offrirsi ai gerarchi nazisti in un bordello apposito. Anche le associazioni per donne omosessuali e i bar e i locali per donne gay download (1)dovettero affrontare la persecuzione nazista e la relativa chiusura.

E in Italia?

90Il numero intorno a cui si aggirano le condanne al confino per omosessualità tra il 1936 e il 1939 nell’Italia fascista. Seppur non prevista esplicitamente dal codice penale italiano perché era talmente inaccettabile che alcuni italiani potessero essere gay, diverse decine di omosessuali vennero allontanati dalla vita comune e inviati sulle isole Tremiti o ad Ustica. Per molti altri gay invece vennero adottate punizioni corporali, ammonizioni o licenziamenti dai pubblici uffici. Particolarmente dura fu la repressione messa in atto a Catania, dove ben 40 persone furono inviate al confino. Per queste persone, già isolate dagli altri confinati, il rientro fu duro, vivendo nella derisione e nella non riabilitazione morale come per gli altri confinati. Infatti, con l’entrata in guerra dell’Italia furono rinviati a casa, con una pena commutata in due anni di ammonizione. Solo recentemente è stata apposta una targa commemorativa alle isole Tremiti.

E oggi?

Essere gay, lesbiche o trans e illegale in quasi 80 paesi del mondo e in alcuni è addirittura prevista la pena di morte. Oltre al carcere possono essere indette pene come le frustate. L’omocausto continua ancora adesso.

Francesco Angeli

Originario di Campobasso, vive attualmente a Roma. Politologo, specializzato in Unione Europea, è cronista di Wild Italy sin dalla sua fondazione e da ottobre 2014 passa alla sezione blogger. Presidente Arcigay Roma. BLOGGER DI WILD ITALY

Un pensiero su “Omocausto: i numeri di uno sterminio dimenticato

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Shares