Legge contro omofobia: salta anche il reato di propaganda
Nel mese di luglio è previsto l’inizio dell’iter parlamentare alla Camera dei Deputati della legge contro l’omofobia, le discriminazioni per orientamento sessuale e identità di genere (meglio nota come legge contro l’omotransfobia).
L’inizio della discussione, che dovrebbe tutelare dalle discriminazioni le persone LGBT (Lesbiche, Gay, Bisex e Trans), era stato precedentemente calendarizzato nel mese di marzo, per poi essere rinviato a seguito dell’emergenza COVID-19.
Attualmente, nonostante ben due annunci, quello di febbraio e quello di maggio, da parte dell’On. Alessandro Zan, il testo base non è ancora stato presentato. Abbiamo quindi un percorso legislativo di difficile valutazione, in quanto non c’è ancora certezza su quello su cui i deputati andranno a discutere.
Gli unici riferimenti rimangono dunque le cinque proposte presentante alla Camera, rispettivamente da Alessandro Zan (Partito Democratico), Laura Boldrini (Partito Democratico), Ivan Scalfarotto (Italia Viva) a cui si sono aggiunti il testo di Mario Perantoni (Movimento 5 Stelle) e Giusi Bartolozzi (Forza Italia). Proprio il testo del deputato del Movimento 5 Stelle, scritto, seppur al ribasso, sulla falsa riga del testo presentato al Senato dalla Senatrice Alessandra Maiorino, ha permesso di portare nuova linfa alle richieste e verso le esigenze della comunità LGBT e della lotta a omofobia, bifobia, lesbofobia e transfobia.
I testi Zan – Boldrini – Scalfarotto – Bartolozzi richiamano al solo adeguamento dell’ex legge Mancino, oggi integrata nel codice penale con particolare riferimento agli articoli 604-bis e 604-ter. Per tanti anni si è intesa, in maniera forse erronea, la legge contro l’omotransfobia, come la semplice estensione di tale strumento all’orientamento sessuale e all’identità di genere, cosa al quanto opinabile in quanto per contrastare l’omotransfobia ci vuole ben altro. Proprio per questo il testo Perantoni, seguendo la bozza del testo Maiorino, ha introdotto diverse altre misure che concretamente possono contrastare il fenomeno, come centri antiviolenza e case rifugio per vittime di maltrattamenti familiari. Seppur con gravi mancanze dal punto di vista economico, il testo, ha scardinato – almeno idealmente – quell’idea che la legge contro l’omotransfobia fosse una semplice estensione dell’ex legge Mancino. Cosa alquanto discutibile perché nessun ebreo o persona con pelle di colore differente andrebbe a definirla come la legge contro l’antisemitismo o contro il razzismo. Ci vuole ben altro, infatti, per combattere tali fenomeni.
Chiaro il punto che laddove si parli di estensione della legge Mancino non si può far riferimento ad una legge contro l’omotransfobia, ma, semmai, ad una legge contro i reati d’odio verso le persone LGBT, cosa che dovrebbe essere espressamente affermata da chi porta avanti tali battaglie, in rispetto di chi davvero quotidianamente viene allontanato di casa dalla propria famiglia. Questo inoltre produrrebbe anche il duplice effetto di evitare di marciare mediaticamente da parte di politici (o politicanti) su ciò che sono davvero l’omofobia e la transfobia.
Un’ulteriore riserva appare poi sulla mancanza del reato di propaganda, che caratterizza i cinque testi presentati alla Camera. Non avendo un testo base, e dunque potendo far riferimento solo e solamente a tali proposte di legge la mancanza è evidente. Le modifiche proposte andrebbero infatti solamente a riguardare l’istigazione all’odio aggirando l’estensione del reato di propaganda, che rimarrebbe ben ancorato solo all’odio razziale o etnico. Una privazione molto grave che andrebbe ancor di più a ridurre l’impatto di una legge. Questa, che già difficilmente andrebbe a tutelare le vittime data la difficoltà di denuncia delle persone LGBT, con gravi mancanze di sostegno e supporto. Ancor di più permetterebbe a chiunque di fare propaganda legittimando, magari, qualche cartellone dove si afferma che l’omosessualità è una malattia, cosa che da ben 30 anni l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha bandito.
L’appello verso il legislatore non solo è un atto dovuto, ma un atto di rispetto verso chi quotidianamente è vittima di odio e discriminazione. Il principio di parità di trattamento delle diverse discriminazioni è la base da cui partire, nonostante tutte le difficoltà tecniche che possano esserci. Su questo il legislatore deve impegnarsi per trovare una soluzione. Ciò che è necessario è una legge seria e concreta. E non, per cortesia, una legge truffa, che viene annunciata due volte senza conoscere il testo base. Un po’ come le nozze con Mark Caltagirone. Tanto annunciate, ma poi…