Primarie Pd Torino: intervista a Piero Fassino
In occasione delle primarie del centrosinistra nel comune di Torino, previste per il 27 febbraio, abbiamo intervistato per voi i cinque candidati scesi in campo: Piero Fassino, Michele Curto, Silvio Viale, Gianguido Passoni e Davide Gariglio, sulle loro proposte programmatiche.
Quest’oggi iniziamo con l’intervista all’ex Segretario dei Ds che chiedeva timoroso a Consorte – nel corso della scalata alla Bnl: “ma allora abbiamo una banca?”.
PIERO FASSINO (http://www.pierofassinosindaco.it/ )
Quali sono le ragioni che l’hanno spinta a candidarsi?
Mi candido perché Torino continui ad essere una ‘Capitale’, perché siano sostenute le tante attività produttive, commerciali e di servizi che hanno arricchito la vita della città, perché Torino offra ai suoi giovani opportunità e futuro e perché nessuno venga lasciato solo. Mi candido per far crescere la Gran Torino.
Perché un big del PD come Lei ha deciso di scendere in campo in prima persona per una competizione locale?
Sono torinese ed amo la mia città. Ad essa voglio portare l’esperienza nazionale ed internazionale della mia attività parlamentare e di Governo. Torino è la più grande città del nord amministrata dal centrosinistra ed è importante che si batta per l’idea democratica e solidale del federalismo. Dopo gli anni positivi delle Giunte guidate da Valentino Castellani e Sergio Chiamparino, Torino può e deve continuare a crescere.
Quali sono i punti principali del suo programma?
Accoglienza Innovazione fratellanza. Su questi tre obiettivi, il mio programma si snoda in altri dieci punti. Dieci idee per costruire la Gran Torino insieme alle centinaia di migliaia di torinesi che sono orgogliosi di questa città e che vogliono migliorarla ancora. Una migliore vivibilità, senza traffico e smog, voglio fare di Torino una città digitale connessa ad Internet ventiquattro ore al giorno, sette giorni su sette; una città in rete che aiuti chi deve lavorare, studiare o solo divertirsi.
Il rapporto dell’osservatorio sulla formazione, ha evidenziato dati piuttosto preoccupanti: soltanto 12 giovani su 100 trovano il posto fisso e la città di Torino presenta rispetto alla media nazionale la percentuale più alta dei disoccupati al di sotto dei trent’anni. Quali iniziative andrebbero prese – secondo Lei- per contrastare questo fenomeno?
Investire su scuola, università, formazione è prioritario. Torino può diventare una serra di idee che promuova e valorizzi i suoi giovani con opportunità di lavoro, formazione, promozione di merito e talento. Chi vorrà scommettere sulle proprie capacità sarà sostenuto dal Comune con borse di studio, corsi di specializzazione, formazione all’estero, incentivi per la nascita di attività e microimprese. Solo puntando a fare di Torino una capitale del lavoro intelligente, fondata su sapere, qualità e conoscenza, si contrasteranno disoccupazione e precarietà.
E’ notizia del 4 febbraio che la giunta regionale ha tagliato gli altri cento milioni di euro (dopo i 50 di poco più di un mese fa) al settore del personale sanitario e ha stabilito l’obbligo per tutte le aziende di risparmiare almeno il 2 per cento sul costo del personale nel 2011. Secondo Lei può essere la strada giusta da percorrere?
Assolutamente no. E’ una strada insostenibile. L’ultima delibera regionale rischia di mettere in ginocchio interi servizi come il Centro Trapianti e la Neuropsichiatria infantile. Gli effetti ipotizzabili di questa delibera sono la chiusura dei servizi e licenziamenti, l’aumento dei costi della sanità convenzionata, il ricorso alle strutture private. La razionalizzazione è necessaria ma bisogna tener presente che il risultato finale deve essere la salute della gente.
Lei, alla vigilia dell’accordo Fiat di Mirafiori, fece sapere che si schierava dalla parte dell’Azienda, affermando ‘Se fossi un operai, firmerei’ . Ci vuole ricordare le motivazioni di tale scelta da parte sua?
Per la verità non ho mai pronunciato quella frase. Fu l’intervistatrice che ponendomi la domanda mi chiese ‘se lei fosse…’. Questa scelta, è ancor più valida oggi dopo le ultime dichiarazioni di Marchionne sulla possibile delocalizzazione in USA. Pensi cosa sarebbe accaduto se i ‘no’ avessero prevalso, con quale forza oggi potremmo chiedere alla FIAT di restare? Nessuna, credo.
Come giudica i candidati che Le contenderanno la candidatura a sindaco? Gli chiederebbe, qualora dovesse vincere le primarie, collaborazione nella corsa per la guida del Comune?
Lo prova il patto di solidarietà firmato da me e gli altri quattro candidati alle primarie. Abbiamo percorsi politici diversi ma l’obiettivo è comune: vincere a Torino e governare la città, proseguendo il lavoro ottimo fatto finora, essendo stata la città ben amministrata. Chi vincerà le primarie avrà il supporto degli altri nella corsa corale a Sindaco della città.
Rivolga un appello alla Città: perché i cittadini torinesi dovrebbero votare Piero Fassino alle primarie del centrosinistra?
Da sempre la forza di Torino sta nella capacità di guardare al mondo. La mia esperienza politica, coniugata all’amore per questa città, sarà messa al suo servizio, affinché tutti insieme orgogliosamente si costruisca una Gran Torino possibile, aperta verso l’esterno più di quanto ha imparato a farlo negli ultimi anni. Questa città è cresciuta molto ed ancora può migliorare. Come dice una bella canzone, ‘il meglio deve ancora venire’.
MATTEO MARINI