Questione d’ immoralità

Si avvicina sempre più il momento del voto e sempre meno è la mia voglia di adempiere al mio diritto e dovere da bravo cittadino. Perché devo votare? Un politico direbbe “Perché è un dovere”. Certo, lo è. Ma dove è il mio diritto ad avere una classe politica sana e rispettabile? Il vostro dovere di fare le leggi per tutti e non per pochi e di rispettarle in che buco è finito? Ne ho una vaga idea.

A un mese dalle elezioni è scoppiato il caso dell’esclusione delle liste elettorali del Pdl in Lazio e Lombardia. Nella regione della capitale, non sono state consegnate in tempo, mentre in Lombardia non sono state accettate più di 500 firme nella lista Formigoni.

La cosa che è più sconcertante è che, nel Lazio, pure ora, dopo un clamoroso errore loro, la Polverina si azzarda di dare la colpa ai Radicali per ostruzionismo. Dopo, per non far intendere che fare politica sia un gioco, dice che è una sola questione burocratica. Solo? Ora c’è questo termine. Burocratico. Della serie: sono solo carte, si sistemerà. Invece, mia cara Polverona, è la legge. Se c’è un termine massimo per presentare la candidatura e la lista, questo va rispettato. Se l’addetto a tale compito ha fatto la cazzata, è solo un vostro problema. Ci andava la candidata a portare le firme. No? Invece la donzella invoca il Capo dello Stato che, giustamente, dice che è compito della magistratura verificare se sono state rispettate le regole e, quindi, se sarà candidabile o meno. Si aprono quindi due scenari. Se diranno di sì, saranno considerati magistrati bravi, onesti e buoni; se il loro giudizio sarà negativo verranno apostrofati come “talebani”, “comunisti” “deviati mentali”.

In Lombardia, come detto sopra, le firme in tempo le hanno presentate, peccato che, più di 500 sono, considerate non valide e quindi non candidabile. Ma fosse solo questo il problema. Ce n’è un altro di cui però, nessun tg ne parla. E cioè che il brizzolato milanese è già al suo 2° mandato e si candida per il 3°. Ma la legge prevede che non si può governare una regione per più di due mandati consecutivi. E perché neanche l’opposizione ne parla? Semplice.

In Emilia Romagna, il candidato per il Pd Errani, gareggia per il 4° mandato consecutivo.

C’è un menefreghismo delle regole totale. Pensano che, siccome sono dei politici, tutto gli è dovuto. Legalmente o illegalmente. Perché?

Schifani dice che “nel rispetto delle regole” “spero che prevalga la sostanza sulla forma”.E’ un contro senso. La “forma”, in questo caso, sono le leggi, e se prima dici “nel rispetto delle regole” poi non può prevalere la sostanza, perché la legge allora la aggiri e non la rispetti. E come si fa ad aggirare le regole se sei un politico? Basta una leggina fatta all’ultimo momento che salvi Polverini, Formigoni e Errani, così si fanno contenti a destra e a sinistra.

Ma che poi, le regole della casta, non sono le stesse dei comuni cittadini. Per loro la regola è rispettare il proprio volere, e se va contro la legge non importa: c’è pur sempre il parlamento che li protegge.

GIAMPAOLO ROSSI

Giampaolo Rossi

Residente a Belluno, studia all’Università Alma Mater Studiorum di Bologna alla facoltà di Lettere, con indirizzo storico, per poi specializzarsi in giornalismo. giampross@katamail.com

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