Regione Lazio, Zingaretti “vende” il servizio 118 ai privati?

“La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti”. Questo sancisce il primo comma dell’articolo 32 della Costituzione. Provate ad immaginare ora se in una regione italiana si affidasse il servizio del 118, la gestione delle ambulanze, ad una società privata. Fatto? Bene, questo disegno si è realizzato recentemente proprio in una regione del nostro Stivale. Parliamo del Lazio, amministrato da Nicola Zingaretti.

regione-lazioZingaretti poco tempo fa ha indetto infatti un bando per cedere la gestione del 118 e dell’emergenza sanitaria nel Lazio ad una società Srl beneventana (la Heart Life Srl).

LA STORIA. Il servizio di 118 fino ad oggi è stato portato avanti, in regime di convenzione, dalla Croce Rossa italiana.

«Negli anni 2006/2011 – scrive la CRI in un dossier – ha agito in regime di convenzione con ARES 118 (Azienda Regionale Emergenza Sanitaria, ente dipendente della Regione, ndr). Nel 2012, attraverso un protocollo ratificato con Decreto dell’allora Commissario per il piano di rientro, e un successivo atto convenzionale, si è inteso proseguire questo rapporto dal 1 agosto 2012 per i successivi 6 anni. Oggi l’operatività dei mezzi della CRI supera il 99% della performance, tutto il personale è in possesso di titoli e certificazioni, la CRI dispone di risorse per assicurare eventuali esigenze extra, compresi i grandi eventi».

A questo punto però qualcosa comincia ad incrinarsi. Il 20 dicembre 2012 la Croce Rossa, con la nota protocollare numero 12555, in seguito al mancato pagamento degli stipendi da parte di Ares già nei primi mesi della convenzione, decide di risolvere il contratto stipulato, adducendo motivi di “mero ordine tecnico”.

Tale comunicazione, come ci confermano esponenti interni della CRI nazionale, non verrà mai recepita dall’ARES. Nonostante ciò la Croce Rossa non smette di garantire il servizio di ambulanze, seguendo la convenzione che era in essere.

Il 24 gennaio 2013, in un incontro al Ministero della Salute, l’Associazione si rende disponibile a venire incontro all’Ares 118 e alla Regione Lazio per trovare la quadra in una situazione di evidente difficoltà economica.

«La CRI – ci tengono a precisare – non ha mai, di fatto, interrotto a far data dalla sottoscrizione della Convenzione del 31 luglio 2012, il servizio coperto dalla Convezione stessa, nonostante ad oggi la Regione non abbia ancora garantito con regolarità i pagamenti previsti».

A gennaio 2014 il Comitato Provinciale della CRI Roma, prendendosi in carico la convenzione con la Regione e l’Ares, comincia a coprire – come prevede l’accordo del 2012 – di 46 ambulanza_genericaambulanze per tutta la regione Lazio e 26 con particolare riferimento alla Provincia di Roma, per l’affidamento del servizio di emergenza sanitaria nella regione fino al 31 luglio 2018.

Questo subentro è avvenuto in base a quanto stabilito dal decreto legislativo 178 del 2012 (“Riorganizzazione dell’Associazione italiana della Croce Rossa”) e cioè la possibilità – per i Comitati Locali e Provinciali della CRI – di proseguire tutti i rapporti e gli accordi attivi fino a quel momento.

IL BANDO DI GARA. Il 17 febbraio 2014 la CRI invia una nota all’Ares riguardo la Gara comunitaria (quindi a livello europeo, ndr) bandita da quest’ultima per l’affidamento del servizio di soccorso sanitario in emergenza in area extra-ospedaliera, compresi i trasporti secondari legati al primo intervento. Il bando di gara in quesitone era stato pubblicato, un mese prima, sulla Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea.

Parliamo di due lotti che valgono complessivamente 68 milioni di euro. Il primo pari ad una spesa di oltre 29 milioni di euro, prevede per il prossimo triennio la gestione e il funzionamento di 16 postazioni per la centrale operativa di Roma Capitale; 9 postazioni per Roma e provincia; 2 postazioni per Viterbo e provincia; 1 postazione per Rieti e provincia;

Il secondo lotto, da poco più di 34 milioni, prevede la gestione e il funzionamento di: 13 postazioni per Latina e provincia, 2 postazioni per Frosinone e provincia.

L’appunto che la CRI solleva, riguarda il fatto che nel bando vengono incluse alcune postazioni di ambulanze già gestite dalla CRI in base alla convenzione sopracitata.

«Tale procedura di gara – scrive la Croce Rossa – al massimo ribasso con numero di postazioni inferiori, tenuto conto del ricorso che ARES 118 fa, quotidianamente, all’impiego di ulteriori mezzi attraverso lo spot ed attraverso altre convenzioni che, inspiegabilmente, non sono state oggetto di questa gara (quali, ad esempio, Guidonia, Santa Marinella, etc.) non ha consentito alla CRI di partecipare al relativo bando, non avendo CRI maturato alla data del bando alcuni dei requisiti richiesti, di fatto escludenti e, a nostro parere, incoerenti nel metodo ma anche nella sostanza (già solo per l’evidente esclusione del mondo del volontariato)».

croce-rossa-ambulanzaPassano 5 mesi e, nel luglio dello stesso anno, viene comunicato il vincitore della gara: sono due raggruppamenti temporanei d’impresa, capeggiati dalla società Heart Life Croce Amica srl di Benevento.

«Questo bando – si sfogano alcuni volontari e dipendenti in una nota inviata direttamente alla Regione – è una follia e va annullato, non può andare avanti per motivi di pubblico interesse nel momento in cui si mettono a gara le postazioni storiche della CRI, sotto Convenzione vigente fino al 2018, e a cui si presenta una sola società in tutta Europa, una S.r.l. di Benevento. Qui viene fatto un sopruso al pubblico interesse dei cittadini che vengono scippati, nel silenzio generale, di un servizio cruciale come l’emergenza sanitaria, che viene consegnato nelle mani di una società del profit a “responsabilità limitata”, S.r.l. per l’appunto, e strappata dalle mani di chi lo ha sempre fornito con le migliori prestazioni e con uno spirito filantropico che non potranno mai essere sostituibili da chi fa profitto su servizi sanitari».

LA HEART LIFE CROCE AMICA. La società che capeggia le cordate dei vincitori, come dicevamo, è la Heart Life Croce Amica srl di Fragneto Monforte (Benevento). Viene descritta come leader indiscussa nel campo dell’emergenza sanitaria.

Sul suo curriculum però pesa forse una questione poco chiara. Citiamo da Il Messaggero, articolo del 15 luglio 2014: “Spaccio di droga all’ospedale Umberto I, l’ombra della camorra dietro la cocaina”.

L’indagine parte da un’inchiesta sul traffico internazionale di farmaci che, sottratti illecitamente dal polo ospedaliero romano, sarebbero stati venduti in diverse parti del mondo, “in particolare nei paesi dell’Est Europa e in Africa”.

«L’ipotesi su cui potrebbero concentrarsi i nuovi accertamenti – scrive l’autrice dell’articolo, Sara Menafra – affidati alla Squadra Mobile della Polizia e al Nucleo Provinciale della Guardia di finanza, è che alcuni ”clienti” sapessero parecchi dettagli del giro da cui provenivano gli stupefacenti. E’ il caso di un cliente, identificato ma non iscritto sul registro degli indagati, che parla con il suo spacciatore dei “napoletani” a cui rivolgersi. La circostanza è stata evidenziata nell’ordinanza firmata dal gip Donatella Pavone perché l’inchiesta ipotizza che il traffico internazionale di farmaci trafugati passi proprio da Napoli, non è chiaro se Choc-al-pronto-soccorso-Umberto-I-di-Roma-arrivano-i-Nas-638x425coinvolgendo anche la criminalità organizzata».

Anche lo spaccio di cocaina, forse, potrebbe sfruttare lo stesso canale, con l’ausilio delle ambulanze per trasportare anche i farmaci all’estero. Il 15 marzo 2013 il “cliente” che l’acquista di solito, impiegato nell’autoparco delle ambulanze, chiama Gianluca Mantini (in carcere per associazione a delinquere e spaccio). Cliente: «Senti, c’è ito là?» Mantini: «Si è annato oggi, che faccio te devo pensà?»; Cliente: «Si ma sto entrando adesso»; Mantini: «Poi se vedi il napoletano, quello della Croce amica… Il napoletano è amico tuo…»; Cliente: «Gianlù cresci oh…»; Mantini: «Ma che ne so, ce stai sempre in contatto te»; Proietti: «Quello è uno che lavora, alle disposizioni che dico io… Se tu me dici che la dà… lo acchiappo pe n’orecchia, siccome quello gestisce le macchine per c… sua, il resto quello che fa… so c… sua».

Di questa vicenda ne parlano anche qui, qui, qui e qui .

Matteo Marini

Giornalista pubblicista, fondatore e direttore di Wild Italy. Ha collaborato con varie testate nazionali e locali, tra cui Il Fatto Quotidiano e La Notizia Giornale, ed è blogger per l’Huffington Post Italia. Nel 2011 ha vinto il Primo Premio Nazionale Emanuela Loi (agente della scorta di Paolo Borsellino, morta in Via d’Amelio) come “giovane non omologato al pensiero unico”. Studioso di Comunicazione Politica, ha lavorato in campagne elettorali, sia in veste di candidato che di consulente e dirige, da fine 2016, Res Politics - Agenzia di comunicazione politica integrata . DIRETTORE DI WILD ITALY.

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