Roma, caso Metrebus: una settimana di passione per Atac
Eventuale emissione di nuove card, l’estensione della rete di vendita e la definizione del piano di rientro dal debito nei confronti delle altre aziende. Sono queste le soluzioni proposte da Atac, nella giornata di mercoledì 28 ottobre, al fine di evitare il distacco da Trenitalia e Cotral. Distacco che, nell’ultima settimana e mezza, sembrava ormai cosa certa.

Ma quali sono i motivi che hanno portato a questa situazione? Focalizziamo l’attenzione su alcuni passaggi fondamentali di questa vicenda. Una vicenda di cui l’Atac, l’azienda municipalizzata che gestisce l’intera rete autoferrotranviaria della Capitale, è l’assoluta protagonista.
Tutto è riconducibile al progetto Metrebus, nato dalla fusione nel 2010 con Met.Ro e Trambus, e gestito interamente dall’Atac. A questi due soggetti fusi, negli ultimi tempi, si sono aggiunte Trenitalia e Cotral, la linea di trasporto pubblico regionale del Lazio. Fin qui tutto bene. In fondo si trattava di un sodalizio atto a far crescere sempre più una delle aziende per la mobilità più importanti a livello nazionale.
Il filo però di questa importante unione è abbastanza sottile e rischia di spezzarsi alla minima infrazione. Ultimamente un’incrinatura che sembra irreparabile c’è stata con la notizia del debito di quasi 50 milioni di euro che l’Atac ha contratto per la fornitura del servizio nei confronti di Trenitalia e per una serie di impedimenti dovuta nella gestione condivisa con quest’ultima proprio del sistema di biglietteria, tra cui quella della verifica dei biglietti una volta che il passeggero monta sul tram. Questo sistema di ticket, infatti, viene gestito da Atac per conto della partnership nata con Trenitalia.
Il fatto non è stato digerito e ha indotto la società che gestisce l’intero trasporto ferroviario di tutta Italia a porre fine alla collaborazione. La cessazione sarà però effettiva dal 1° gennaio 2016 quando il ticket, sia singolo che mensile, avrà valore solo per le reti sotto la gestione di Atac. Il cittadino quindi, alla fine, sarà costretto a pagare un biglietto a parte.
I guai, però, sembrano non terminare qui. Successivamente alla decisione di Trenitalia arriva la minaccia di uscire dal ‘trattato’ anche della Cotral che, nonostante abbia cercato più volte il dialogo con l’Atac ed una soluzione definitiva, fissa il 1° gennaio 2016 come termine ultimo per risolvere la grana prima di abbandonare Metrebus e adire a vie legali con lo scopo di recuperare quella somma di denaro incassata da Atac.
La questione non solo scatena polemiche a non finire fra gli addetti ai lavori ma smuove anche l’opinione politica con il Ministro dei Trasporti Graziano Delrio che interviene dichiarando che “non si debbano creare disagi fra gli operatori e le loro relazioni altrimenti il Governo sarà costretto ad intervenire”.
Tempi duri, insomma, per Atac e per il servizio di mobilità della Capitale, a quasi un mese dall’inizio del Giubileo. Ma nel caos generale arriva una nota lieta per l’azienda tanto bersagliata: a causa della mancanza di 6 treni, infatti, la Giunta capitolina (poco prima della decadenza del sindaco Marino), ha dato il via libera alla gara d’appalto del valore complessivo di 51,5 milioni di euro per la fornitura in leasing di 150 autobus diesel e, infine, arriva anche l’intesa con Trenitalia e Cotral.
Soddisfatto il deputato del Pd Andrea Ferro: “Dopo la minaccia da parte di Cotral e Trenitalia di abbandonare la partecipazione con Atac, cosa che avrebbe rappresentato un duro colpo per gli utenti, l’incontro fra Regione Lazio e Metrebus – afferma – si è rivelato una tappa importantissima per la risoluzione positiva della questione. La Regione Lazio ha infatti trovato una prima intesa tra le tre società, volta innanzitutto a ripianare i debiti contratti da ATAC e alla salvaguardia del biglietto integrato per i trasporti, cosa che mette a riparo circa 540 mila pendolari di tutto il Lazio. Tutto ciò è estremamente positivo, anche in vista del Giubileo”.
Un’intesa che, però, sa comunque di armistizio. Durerà?
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