Roma: nasce il Marino-ter
«Matteo Renzi ha affermato anche oggi dei principi di rigore molto seri che condivido fortemente. Quando questa mattina ho letto la sua lettera ho ripensato a un sms che mi mandò poche ore prima della mia proclamazione in cui mi disse di dormire molto quella notte. Ha ragione nell’affermare che un amministrazione deve essere valutata per ciò che ha fatto e fa». E’ un ammissione amara quella che Ignazio Marino fa in conferenza stampa, presentando la sua terza giunta dal suo insediamento (giugno 2013). «Devo delle risposte precise alle affermazioni del presidente del Consiglio – continua Marino – sapevo che non avrei mai trovato la stessa situazione di rigore di Stoccolma, ma non immaginavo di trovare le casse vuote, la criminalità organizzata, 1 miliardo di euro di debiti e credo mancassero solo le mine antiuomo sul percorso del Campidoglio»
Gran parte dei rumors sono stati confermati e dal cilindro del primo cittadino sono usciti 4 nomi (3 uomini e 1 donna) per il Marino-ter.
I NUOVI ASSESSORI.

MARCO CAUSI
Marco Causi, com’era previsto, assume la carica di vicesindaco e la delega al personale (lasciate entrambe da Nieri), in più si occuperà di Bilancio (terreno dell’ex assessore Scozzese). Deputato Pd, Causi è stato già all’assessorato fiscale durante la giunta Veltroni. Sulla sua figura si ammantano diverse controversie proprio per il suo primo incarico comunale. Citiamo dal sito scenarieconomici.it:
Ha già ricoperto la carica di assessore al bilancio durante il settennato di Veltroni. In quel lontano periodo dorato il prode Causi si imbarco in operazioni finanziarie la cui rischiosità può essere confrontata con la prima attraversata atlantica di Colombo: riempì il Comune di Roma di contratti derivati, conclusi con diversi istituti bancari fra cui Dexia Crediop e Banca per la finanza alle opere pubbliche e alle infrastrutture (OPI) del Gruppo Intesa Sanpaolo. Non si sa neppur con esattezza quanti siano i contratti derivati sottoscritti da Causi: Il sole 24 ore parlò di 12 miliardi, la Rete Romana di Mutuo Soccorso di 7. Tutte cifre enormi per un ente che non dovrebbe avere fra le sue finalità quella della speculazione.
Ma cosa sono questi contratti derivati citati? Leggiamo ancora sul sito:
Si chiamano Interest Rate Swap e normalmente servono a scambiare posizioni debitorie, una a tasso fisso solitamente, con una a tasso variabile. Chi scambia scommette sull’andamento dei tassi: se calano il vincitore sarà chi ha ceduto la posizione a tasso fisso, se salgono il vincitore sarà chi ha ceduto quella a tasso variabile. Già questo spiega l’alta rischiosità dell’operazione i cui risultati sono calcolabili solo al termine.

Matteo Cavallito, dalle pagine de Il Fatto Quotidiano, nel 2010 aggiunge altri particolari. La LS Advisor ha infatti analizzato i derivati sottoscritti in era Veltroni e ha stabilito che: «Coprono una cifra complessiva di quasi 480 milioni di euro ma, soprattutto, risulterebbero “inutili o complessi”. “L’Ente ha sottoscritto derivati che trasformano un debito a tasso fisso nuovamente a tasso fisso – spiegano gli analisti – . L’inutilità per il Comune di Roma dal punto di vista della diminuzione del rischio è evidente. Poiché anche economicamente tali contratti non risultano efficienti, le motivazioni per la sottoscrizione devono risiedere altrove”».
Il neo vicesindaco però si difende: «L’uso di derivati per la copertura del rischio di interesse – secondo le stesse modalità usate dal ministero dell’economia – è stato finanziariamente positivo e non ha prodotto danni economici al comune, al contrario guadagni, sia nelle fasi iniziali (dove veniva convertito vecchio debito ad elevati tassi fissi) sia nel corso della vita successiva dei contratti».
I contratti capitolini, spiega Causi: «Oltre a essere uguali a quelli del ministero dell’economia (che ne gestisce per più di 300 miliardi), sono passati al vaglio della corte dei conti, della procura di Roma (con le stesse procedure adottate nelle indagini sul comune di Milano) e del commissario straordinario alla gestione del debito capitolino, senza che nessuno abbia rilevato irregolarità né contabili né amministrative né tantomeno penali».
Ha deciso di non dimettersi dalla Camera dei deputati. Farà l’assessore e l’onorevole.
MARCO ROSSI-DORIA
Prende il posto di Paolo Masini e si andrà ad occupare di Politiche del lavoro e della formazione professionale, politiche educative, scolastiche e giovanili e politiche di sviluppo nelle periferie. Due dettagli fondamentali su questa nomina. In primis stupisce che Marino si sia liberato di Paolo Masini, uno dei pochi assessori non lambiti da Mafia Capitale. L’altro dettaglio è che, a quanto sembrerebbe, la delega allo Sport – com’è nella conformazione attuale – non è stata assegnata al neo assessore ma a Giovanna Marinelli che si occupa di Cultura nella giunta.

Rossi-Doria è un insegnante di scuola elementare, è stato sottosegretario all’Istruzione del Governo Monti e del Governo Letta. Per il suo lavoro ha ricevuto, nel 2001, la Medaglia d’oro del Presidente della Repubblica per la cultura, l’educazione e la scuola.
LUIGINA DI LIEGRO
entra in giunta togliendo all’assessora alla Cultura Marinelli la delega del Turismo. Consigliera comunale del Pd e già nel 2009 Assessore alle Politiche del Welfare e della Sicurezza alla Regione Lazio con l’Amministrazione Marrazzo, la Liegro è nipote del più famoso don Luigi Di Liegro. E’ vicepresidente della fondazione che porta il suo cognome.
STEFANO ESPOSITO.
Ultimo, ma non in ordine di importanza, è il nodo dell’assessorato ai Trasporti, quello più delicato. Dopo lunghe consultazioni è uscito fuori il nome di Stefano Esposito, senatore Pd piemontese, smaccatamente Pro TAV, membro della Commissione parlamentare antimafia e commissario del partito a Ostia (Municipio 10).
Andrea Schiavone, blogger del nostro giornale, già a metà luglio tracciava il profilo del successore di Guido Improta:
E’ noto alla cronaca per due ragioni: aver falsificato le firme alle elezioni regionali in Piemonte del 2005 a favore di ‘Alternativa Sociale’, che si posizionava all’estrema destra ed era guidata da Alessandra Mussolini (nipote del Duce) e di avere un processo in corso per diffamazione contro i ragazzi del movimento No-TAV (tra pochi giorni, la sentenza).
Ha deciso di non dimettersi dal Senato. Manterrà entrambi gli incarichi.
La delega dei Rapporti con l’assemblea capitolina, sempre in mano a Improta, con il rimpasto passa all’assessore alla Trasformazione Urbana, Giovanni Caudo.
IL RAPPORTO CON SEL.
Sul rapporto con Sel, che aveva proposto Francesco Forgione (ex presidente della Commissione parlamentare Antimafia) senza ricevere risposte positive, Ignazio Marino ha specificato: «Sono sicuro che l’alleanza con Sel proseguirà».
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