#RomaCinemaFest: Ville-Marie bocciato
E’ una delle pellicole che ha convinto di meno, in lista nella Selezione Ufficiale, alla decima edizione della Festa del Cinema di Roma; “Ville-Marie“, secondo lungometraggio del regista canadese Guy Edoin (“Marecages“), ha deluso in parte le attese, consegnandoci un dramma che non ha impressionato né il pubblico né la critica. Monica Bellucci, presente alla prima in Sala Sinopoli, è una delle protagoniste della pellicola. La storia ruota attorno alle vicende di alcuni personaggi che vivono (o transitano) a Montreal, in Canada, e arrivano tutti per incontrarsi pian piano – ma molto pian piano – nell’ospedale della città, centro nevralgico della trama. Ancora non è nota la data d’uscita nelle sale italiane.
SINOSSI.
Siamo a Montreal, in una sera come tante. Thomas (Aliocha Schneider), un ragazzo sulla ventina, si ritrova alla fermata di un autobus. Con questa scena s’inaugura “Ville-Marie” e la storia dei suoi personaggi: il già citato Thomas, ragazzo problematico che ha vissuto per tutta la vita senza un padre, Sophie (Monica Bellucci), madre di Thomas – che non vede da tre anni – e attrice in crisi, non solo professionale, Marie (Pascale Bussieres), infermiera del pronto soccorso che ha anch’essa un rapporto conflittuale con il figlio, e Pierre (Patrick Hivon), paramedico reduce di guerra. Intorno a questi quattro protagonisti prende forma lo svolgimento della pellicola, che ha il punto d’intersezione principale nell’ospedale “Ville Marie”. Qui si ritroveranno, in un modo o nell’altro, tutti i personaggi, in una spirale di dolore che sembra senza fine.
VILLE-MARIE E IL PERCHE’ NON CONVINCE.
Tra le varie pellicole che sono state presentate in questa edizione della kermesse romana, “Ville-Marie” rientra tra quelle rimandate. Sebbene l’idea di fondo non sia per nulla scadente, il film appare troppo spesso senza ritmo, puntando molto sulla lentezza delle scene per mettere in risalto il dolore dei protagonisti. Il tutto stenta così a decollare, con lo spettatore che si ritrova poco coinvolto e non facilmente aggrappato alla storia. La trama, di per sè non originale, procede a tratti in modo scontato, con una calma filmica alle volte non utile al puzzle dei fatti..
Edoin dimostra di voler dare grande contenuto allo svolgimento, con una quantità molto ampia di temi trattati: dall’amore materno al rapporto genitore-figlio, passando per l’omosessualità, il dramma della crescita senza un genitore e il trauma post-guerra. Di tutti questi, però, l’unico ad essere veramente approfondito – e inerente ai fini – è il rapporto tra madre e figlio e i risvolti che può prendere una vita a seconda delle scelte fatte, tralasciando le altre tematiche a semplici sviluppi di trama senza sufficiente appiglio nel contesto.
La storia rimane così impigliata tra clichè e trama, non riuscendo a staccare una sua identità precisa – o perlomeno si fa difficoltà a percepirla – e perdendosi troppo in pause che rallentano le scene. In ciò rientra anche la recitazione di Monica Bellucci, ordinaria e in linea con il carattere di una protagonista che non dona mai un sorriso alla telecamera. L’attrice umbra è indubbiamente la star di questo film, ma i contorni definiti del personaggio (Sophie) non le consentono di spiccare.
“Ville-Marie” è rimandato. Di sicuro non sarà ricordato come la miglior pellicola di questa decima Festa del Cinema di Roma.
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