Sangue e lacrime per la libertà

Ci sono situazioni particolari nella vita.

Momenti che ci fanno venire la pelle d’oca, quell’umidiccio negli occhi che a volte vogliamo nascondere e che invece faremmo bene a non celare ma mostrare per l’importanza del momento.

In questi giorni ho provato queste sensazioni sentendo le parole dei partigiani, di uomini e donne, diventati nonni, i nostri nonni, quelli di tutti. Quelli che ci hanno assicurato un futuro dando un senso a questa frase che per anni è stata usata da politici di sinistra e destra che invece pensano solo al loro di domani.

Parole quelle dei partigiani che risuonano ancora di più in questo periodo storico del nostro paese. Sembrano rimbombare nel vuoto che è stato creato in questi ultimi 20 anni. Già ventanni, o ventennio se preferite perché in fondo parliamo sempre di quello. Di ventennio.

Oggi quelle persone che hanno combattuto per la nostro libertà e anche per quella di coloro che in questi giorni hanno insultato la resistenza vedono un paese che non è quello che desideravano, vedono gente che nella maggior parte dei casi non crede veramente al 25 aprile, assistono ad un continuo attacco alle istituzioni democratiche da parte delle stesso stato che invece dovrebbe difenderle.

La frase di Berlusconi sui referendum non va banalizzata, non va messa nel solito gruppo di  battute dell’imperatore. No, in quella frase c’è il succo del berlusconismo, c’è il cuore del progetto del premier, un progetto nato anni fa con l’0ccupazione abusiva dell’etere, che è continuato grazie all’aiuto di amici politici che sappiamo tutti e anche grazie alla mancanza di cervello del popolo italiano.

Un progetto che non prevede il posto per il pensiero del popolo che deve stare li fermo e non decidere, assistere solo, schiacciare magari ogni tanto qualche pulsante del telecomando che presto potrebbe diventare unico, in una paese con una scuola con testi unici, un’unica stampa e un unico decisore.

Il popolo per lui è troppo coinvolto per decidere ora.

Poi lo sarà anche dopo.

Fino al punto in cui ci accorgeremo di aver perso anche la facoltà di muoverci.

Sangue sacrificato dai nostri nonni per la nostra libertà.

Lacrime le nostre, ora, per questo vuoto.

LUCA PUGLISI



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