Saviano e “il Giornale”
Racconta Dante nel decimo canto dell’Inferno che quando la giustizia del suo tempo puniva i cattivi cittadini con l’esilio, la condanna colpiva anche i figli e i nipoti. “Le colpe dei padri ricadranno sui figli” si diceva solennemente all’epoca, citando un passo della Bibbia. Devono pensarla così anche i redattori de “Il Giornale”, che il 24 febbraio tuonava in prima pagina contro Roberto Saviano: “E il guru giustizialista si ritrova il padre alla sbarra”.
Il quotidiano di proprietà di Paolo Berlusconi informava i suoi lettori che il padre dello scrittore, Luigi, medico, a maggio dovrà andare davanti ai giudici accusato, insieme ad altri professionisti, di far parte di un’associazione a delinquere che inventava ricette fasulle o prescrizioni mediche inesistenti ai danni dello Stato. Una brutta storia che risale a dieci anni fa e si è in parte conclusa nel 2004 con l’archiviazione.
Inutile aggiungere che Roberto Saviano non c’entra nulla in questa storia. Le indagini non lo hanno mai minimanente sfiorato. Ma l’articolo del Giornale lo tira continuamente in ballo. Lo scopo non è dare la notizia ma colpire Saviano. Il messaggio è chiaro: il paladino della legalità, l’ “icona della sinistra” (così inizial’articolo) è il solito moralista antiberlusconiano che come tutti gli antiberlusconiani predica bene e razzola male.
È l’inquietante evoluzione della “macchina del fango”. Finora si scavava nelle vite degli altri, cercando un dettaglio per costruire uno scandalo. Anche quando si tocca il ridicolo, come nel caso dei calzini turchesi del giudice Mesiano, esisteva comunque una sorta di “responsabilità personale”. Oggi invece non esiste più neanche questa. Per il Giornale, Saviano è un ipocrita, non può parlare di legalità e giustizia anche se in tribunale non ci va lui ma un suo genitore. Le colpe dei padri ricadranno sui figli. Come nella Firenze medievale.
FABIO BRINCHI GIUSTI
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