Stress Test e Banche, buoni i risultati complessivi.
Le ultime due settimane di Borsa sono state caratterizzate, tra le altre cose, anche dall’attesa dei risultati degli stress test sulle banche europee con particolare attenzione per quelle elleniche ed, ovviamente, per quelle italiane.
L’andamento dei mercati finanziari è stato influenzato dal rincorrersi di notizie su quelle che sarebbero state le conseguenze relative agli esiti eventualmente negativi delle valutazioni condotte sul sistema bancario europeo.
I rumors , vedevano le banche italiane in grande difficoltà rispetto alla capacità di ‘affrontare’ un eventuale shock economico negativo (semplificando, una evoluzione negativa dell’economia) nel periodo 2014-2016.
Oggi alle 12, la BCE ha diffuso il documento contenente l’esito dell’analisi su 130 gruppi bancari, dei quali è stata valutata la risposta in termini patrimoniali allo scenario negativo ipotizzato.
Nello specifico, per ogni paese, l’analisi è condotta per verificare la bontà degli attivi bancari (titoli detenuti, qualità del credito, etc. ) e la risposta a situazioni di crisi economica. La valutazione si compone quindi di due parti, di cui una è appunto lo stress test.
La simulazione di fonda su due scenari ipotetici, uno di base ed uno particolarmente avverso. Si tenga presente che il Common Equity Tier 1 definito dalla vigilanza è “5,5% ed 8% rispettivamente per lo scenario avverso e per quello di base”. Questo relativamente al requisito necessario per non incorrere in ammonizioni della Vigilanza. Diciamo che il Common Equity Tier 1 è l’indicatore utilizzato per verificare lo stato di solidità delle banche e che quanti andranno a spulciare tra i dati dei documenti ufficiali troveranno indicato con la sigla CET 1.
Digressioni tecniche a parte, la notizia è che complessivamente 25 gruppi bancari (documento BCE pag. 2) hanno ricevuto il cartellino giallo dall’autorità di vigilanza europea, poiché in base ai dati pubblicati, risulterebbero avere difficoltà patrimoniali, in caso di shock negativo, necessitando di interventi di iniezione di nuove risorse in conto capitale per 24,6 miliardi, valore molto maggiore rispetto a quello preventivato da alcuni istituti di ricerca e agenzie nei giorni scorsi.
Tuttavia, quasi la metà di questi istituti, già in corso d’anno ha colmato il proprio gap rispetto alle esigenze di essere in linea con le regole di vigilanza europea, riducendo ad oggi il numero di banche con un deficit di capitale (da colmare) a 13, per complessivi 9,5 miliardi di nuove risorse necessarie.
Per il nostro sistema economico, come diffuso dalla Banca d’Italia, lo scenario particolarmente negativo dello stress test ipotizza una terza recessione nel periodo di previsione menzionato sopra. Crisi economica che farebbe seguito a quelle registrate nei bienni 2008-2009 e 2012-2013.
Dal documento BCE, sono rilevabili difficoltà per 9 dei 15 istituti presi in esame. L’analisi attenta dei dati rileva che il numero di banche maggiormente in difficoltà può essere circoscritto a soli 4 istituti, MPS, Carige, Popolare di Vicenza, BPM, con il solo Gruppo Monte dei Paschi di Siena a necessitare di un rilevante intervento (2,11 miliardi) in termini di capitale, essendo minore quello richiesto al Gruppo Banca Carige (814 milioni).
Salvate, invece, come sostiene la comunicazione di Banca d’Italia – alla luce “degli aumenti di capitale perfezionati tra gennaio e settembre 2014”- la Banca Popolare di Milano (BPM) e la Banca Popolare di Vicenza, che hanno adottato altre ed “ulteriori misure di rafforzamento del patrimonio”. Alla luce di ciò, dunque, le risorse da reperire risultano essere pari a 2,924 miliardi.
In sintesi, tenendo conto che i risultati europei derivano dall’applicazione dello stress test, nessun istituto italiano registra esigenze di capitale rispetto al requisito dell’8%, ragion per cui il sistema nel complesso può essere ritenuto solido, anche alla luce dei correttivi apportati in questi anni al proprio capitale, come sostenuto qualche giorno fa .
Per l’Italia, come ampiamente preventivabile, nonostante i rumors, o le malelingue di teutonica provenienza, non sembrerebbero, almeno da una prima lettura del documento, esserci particolari difficoltà. Confermate, dunque, le indiscrezioni italiane dei giorni scorsi che volevano ridotto a due soli istituti il rischio di ‘bocciatura’ europea, una situazione che, tuttavia, veniva ritenuta dai mercati non tanto negativa ed irrimediabile da impedire al titolo delle due banche in questione di registrare una cospicua crescita del proprio valore, nella giornata di venerdì scorso, (MPS +10,68%; CARIGE +3,91%).
La giornata di domani sarà importante per verificare la lettura dei risultati che sarà data dai mercati finanziari, ma si tenga presente che al di là di quanto positivamente o negativamente possano essere interpretati i risultati pubblicati, essendo una valutazione (puramente virtuale e non contabile) su ipotesi di scenari economici che potrebbero verificarsi nel prossimo futuro e comunque assunti volutamente pessimistici, gli stessi non si trasformano automaticamente in un evento negativo per le banche, nel senso che non impattano direttamente ed automaticamente sui bilanci delle stesse. Per cui, nessun isterismo di sorta, sarebbe giustificabile.
Per una maggiore trasparenza, riportiamo sotto parte dei dati relativi alle 9 banche italiane, estratti dalla Tabella presente nel documento BCE (pag. 10), recante i risultati delle 25 banche che hanno manifestato esiti non in linea con le regole di vigilanza. Ci concentriamo in particolare sull’ultima colonna della tabella, dove sono rilevati i correttivi in termini di risorse monetarie necessarie, alla luce degli interventi già apportati in corso d’anno dagli istituti coinvolti.