Unioni civili: facciamo chiarezza
Il 28 gennaio entrerà per la prima volta in Parlamento, precisamente al Senato,un disegno di legge che disciplina le unioni tra persone dello stesso sesso. Questo potrebbe essere il primo passo che permetterebbe all’Italia di colmare l’enorme ritardo sul tema dei diritti LGBT (lesbiche, gay, bisex e trans).
Cronistoria.
Il DdL Cirinnà, che prende appunto il nome dalla senatrice Monica Cirinnà del Partito Democratico, prima firmataria della legge, è stato presentato in Senato il 15 marzo 2013, per poi approdare in Commissione Giustizia il 26 giugno 2013, e votato favorevolmente dalla Commissione stessa il 26 marzo 2015. Dopo circa 10 mesi il testo viene calendarizzato per la discussione al Senato.
Maggioranze e minoranze.
Il testo, per essere approvato al Senato, ha bisogno di ricevere la metà più uno dei voti dei senatori presenti in aula. Attualmente, includendo i senatori vita, il Senato si compone di 321 membri. Sarebbero favorevoli al testo il Partito Democratico (esclusa una minoranza che oscilla tra i 20 e i 30 senatori), Sinistra Ecologia e Libertà e il Movimento Cinque Stelle, che colmerebbe i voti negativi che potrebbero fuoriuscire dal PD. Il sostegno potrebbe poi arrivare dal gruppo di senatori legati a Denis Verdini, non escludendo l’ipotesi di alcuni voti provenienti da Forza Italia. Anche se approvato, il DdL Cirinnà, dovrà poi approdare alla Camera ed essere votato con stesso testo, senza alcuna modifica, altrimenti ritornerebbe al Senato.
Unioni civili samesex e convivenze.
Il DdL Cirinnà si divide in due capi. Le unioni civili tra persone dello stesso sesso, su cui si sta incentrando tutto il dibattito mediatico, fanno parte infatti del primo capo, mentre è presente nel testo, un meno noto “secondo capo” che regola, invece, le convivenze che siano tra persone dello stesso sesso che del sesso opposto.
E quali sono i diritti per gay e lesbiche?
La regolamentazione delle unioni civili samesex prevede diritti e doveri molto simili a quelli del matrimonio. Sono numerosi i rimandi, infatti, al codice civile che regola l’istituto matrimoniale. L’unione civile, da registrare presso un ufficiale civile con la presenza di due testimoni, presenta l’obbligo di indicare il regime patrimoniale e permette, ad esempio, la possibilità di adottare un cognome comune. Simili al matrimonio poi sono anche le discipline su eredità o scioglimento dell’unione civile. E’ esclusa, però, la possibilità per la coppia di adottare.
Reversibilità della pensione. Quanto costa?
Come per il matrimonio, è prevista la reversibilità della pensione del partner in caso di decesso di questo a favore del coniuge rimasto in vita. Nonostante il Ministro Alfano nel marzo del 2015 stimò un costo di 40 miliardi di euro, i dati ufficiali del Ministero di Economia e Finanze presentano un dato di molto inferiore. 3,5 milioni di euro per il 2016 e 6 milioni di euro per il 2017. Restando il fatto che un fattore economico non può limitare l’estensione di un diritto umano.
Oneri #unionicivili per finanze pubbliche 3,5 milioni in 2016 e 6,0 milioni in 2017 @DarioBallini @MonicaCirinna @pdnetwork @SenatoriPD
— MEF (@MEF_GOV) 22 Luglio 2015
Stepchild Adoption.
Il tema più controverso su cui la maggioranza potrebbe spaccarsi. Il DdL sulle unioni civili prevede la possibilità di adottare il figlio biologico del partner. Su questo punto si sta giocando una battaglia ideologica su una presunta apertura alla pratica della maternità surrogata. Il DdL Cirinnà però non regola assolutamente tale pratica, che rimane vietata in Italia. La Stepchild Adoption inoltre è legale dal 1983 in Italia per le coppie etero sposate, che si ricorra a questa con o senza avvenuta maternità surrogata all’estero. Dal 2007 è legale anche per le coppie etero conviventi. Difficile dunque comprendere perché un bambino o una bambina non dovrebbe veder riconosciuto il proprio genitore legalmente.
Comunità Trans.
Il DdL Cirinnà riguarda anche la comunità trans. Infatti, nel momento in cui un matrimonio viene sciolto a causa del cambio si sesso di uno dei due coniugi, questo si trasforma direttamente in un’unione civile. Ciò permetterebbe una garanzia di diritti che fino ad adesso lasciavano tali coppie sprovviste di riconoscimento giuridico.
Manifestazioni a sostegno.
Più di 70 piazze di diverse città italiane si sono mobilitate per far sentire la propria voce durante la giornata del 23 gennaio, accomunate dall’hashtag #svegliatitalia. Dal 28 gennaio inoltre a Roma sarà presente un presidio presso il Senato della Repubblica.